Psichiatria: Importante mostra a Trento

 

Newsletter del 17 marzo 2008

In evidenza:

TRENTO- "Psichiatria: un viaggio senza ritorno"
Martedì 18 marzo alle ore 10.30 presso il Palazzo della Regione verrà tenuta la cerimonia di taglio del nastro per la mostra multimediale itinerante "Psichiatria: un viaggio senza ritorno". Saranno presenti diversi consiglieri provinciali, politici, medici, psichiatri, avvocati e altre personalità che hanno confermato la loro partecipazione. Un caloroso ringraziamento a Kiwanis ed alla sezione Trentina degli "Amici di Beppe Grillo" per la collaborazione ed aiuto nella realizzazione dell’evento. Leggi tutto

Psichiatria: oltre al danno anche la beffa. Quali verità nascoste sull’elettroshock e sugli psicofarmaci?
Sul sito di Adnkronos, Athanasios Koukopoulos, Presidente uscente dell’Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec), afferma che gli psicofarmaci sono più costosi e letali dell’elettroshock. Uno studio inglese pubblicato su "Il Corriere" rivela che gli antidepressivi sono inutili e paragonabili al placebo. Dove stà la verita? Continua la petizione per fermare l’elettroshock. Leggi tutto

Altri eventi in programma:

MILANO– "Psichiatria: un viaggio senza ritorno"
Sabato 5 Aprile alle ore 11.00 presso il Palazzo Affari ai Giureconsulti verrà innaugurata la mostra "Psichiatria: un viaggio senza ritorno". Leggi tutto

SEMINARIO A TORINO-"ADHD: Criticità della diagnosi e della terapia"
Mercoledì 9 aprile 2008, si rilascia attestato di partecipazione ai richiedenti. Leggi tutto

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4 pensieri su “Psichiatria: Importante mostra a Trento

  1. sarebbe molto interessante poter discutere della psichiatria come una disciplina della medicina (dove i miorilassanti che vengono utilizzanti per l\’elettroshock non vengono denominati mielorilassanti)  e non come un nemico oscuro da combattere…
    quale che sia la religione in cui si crede, islam, cristianesimo o scientology le persone si ammalano e muoiono dal momento che siamo organismi complessi dissipativi e ciascuno è libero di curarsi come crede meglio in armonia con la propria religione, ma in medicina il metodo scientifico è ciò su cui si fondano le convinzioni e questo vale anche per la neurologia e per la psichiatria: il cervello -organo da cui deriva ogni forma di attività mentale si ammala come ogni organo o funzione di questo organismo che è l\’essere umano e sarebbe cosa buona avere a disposizione strumenti terapeutici validati dal metodo scientifico.
    certo a proposito della meta-analisi pubblicata che tanto scalpore ha fatto bisognerebbe dire tante cose sotto il profilo scientifico.
    anche i numeri e la statistica possono essere soggetti ad "interpretazione".
    se a qualcuno interessa si potrebbe parlare dei campioni selezionati per i trials clinici per lo studio dell\’effetto dei farmaci, ben differenti dalla popolazione clinica alla quale gli stessi farmaci verranno prescritti; e si potrebbe parlare  del fatto che i clinici utilizzano l\’ ECT per forme resistenti ad altre terapie farmacologiche e non: quel che si  produce è una interferenza elettrica con le correnti elettriche che il nostro cervello spontaneamente produce anche quando dormiamo (vedi registrazioni eeg nel sonnno. paragonarlo quindi ad una martellata in testa data in anestesia è una metafora del tutto impropria e comunque una espressione metaforica

  2. Ciao Nessun Nome!
     
    Che peccato che la psichiatria non abbia alcun metodo scientifico di diagnosi e cura da proporre (a meno che non si voglia chiamare scientifico il metodo di votazione per alzata di mano che usano per catalogare nuove malattie sul DSM – la Bibbia della psichatria).
     
    Quando avrai a disposizione un metodo diangostico di una qualsiasi malattia mentale che sia un\’analisi del sangue, oppure una TAC o delle radiografie, oppure un prelievo di tessuto e non un semplice questionario, allora per favore cominciamo a parlare della scientificità della diagnosi psichiatrica.
     
    Fino ad allora…
     
    Enrico L. Barazzoni

  3. Ciao Enrico,
    Non so quali siano le tue competenze professionali ma sicuramente non sarai un medico..in qualità di potenziale paziente (siamo tutti in quanto esseri viventi sistemi complessi dissipativi destinati ad ammalarci e poi morire) però dovresti sapere almeno che la medicina è una disciplina in itinere. Non solo per le diagnosi psichiatriche ma anche per altre condizioni mediche i progressi scientifici non hanno ancora completato il processo di validazione delle entità nosografiche che porta dal riconoscimento di una sindrome (i disturbi identificati dagli attuali sistemi diagnostici come ICD o DSM) alla conoscenza della sequenza di eventi eziopatogenetici che identifica la malattia. La medicina procede proprio in questo modo: formulazioni di ipotesi e loro falsificazione.
    Sono perfettamente d\’accordo sul fatto che la psicopatologia descrittiva (quella delle alzate di mano che evoca se va bene il concetto di elevata attendibilità delle diagnosi psichiatriche) è un limite da superare, e in effetti le moderne tecniche di imaging, la psicofisiologia e la neuropsicologia cominciano a dare risultati. Sarebbe il caso di non gettare il bambino insieme con l\’acque sporca..

  4.  

    Ciao Laura Nessun Cognome,
    come vedi, adesso che sono rientrato dalla trasferta rispondo a tutti i tuoi commenti (L = Laura; E = Enrico).

    L. – Non so quali siano le tue competenze professionali ma sicuramente non sarai un medico..
    E. – Esatto non sono un medico e tantomeno uno psichiatra (considero le due cose molte diverse).

    L. – in qualità di potenziale paziente (siamo tutti in quanto esseri viventi sistemi complessi dissipativi destinati ad ammalarci e poi morire) però dovresti sapere almeno che la medicina è una disciplina in itinere.
    E. – Concordo che i nostri corpi siano destinati a morire. Che la mente sia il cervello e che pertanto sia destinata a morire pur\’essa è qualcosa che esula dal campo psichiatrico e che non mi sento di condividere. Concordo anche che la medicina sia una disciplina in itinere. Essa sta infatti sempre più scoprendo che il corpo è condizionabile dalla mente e che la mente possa contribuire ad ammalare o a guarire l\’individuo.

    L. – Non solo per le diagnosi psichiatriche ma anche per altre condizioni mediche i progressi scientifici non hanno ancora completato il processo di validazione delle entità nosografiche che porta dal riconoscimento di una sindrome (i disturbi identificati dagli attuali sistemi diagnostici come ICD o DSM) alla conoscenza della sequenza di eventi eziopatogenetici che identifica la malattia. La medicina procede proprio in questo modo: formulazioni di ipotesi e loro falsificazione.
    E. – Cosa vuoi dire? Che la scienza non ha ancora classificato tutti i possibili disturbi, le loro cause e i loro processi di sviluppo?
    E non potevi dirlo in maniera più semplice? 🙂
    Comunque sono d\’accordo anche su questo.
    Come pure concordo che A VOLTE la medicina formuli delle ipotesi (criterio "ab juvantibus"), ma solo quando non trova altre strade.
    Il criterio ab juvantibus invece è la norma per la psichiatria. Esempio di criterio ab juvantibus nella psichiatria: chi ha le crisi epilettiche non è schizofrenico. Pertanto, la schizofrenia è dovuta a mancanza di crisi epilettiche! Ergo, per guarire la schizofrenia causo crisi epilettiche con l\’elettroshock!
    Non occorre essere medici o scienziati per capire che non ha senso. Qualsiasi mamma capisce che non va bene se il proprio bimbo infila le dita nella presa da 220 Volt. Figuriamoci infilarci il cervello!
    La medicina per diagnosticare preferisce usare i segni, non i sintomi. Dolore al dito – sintomo; tumefazione in seguito alla martellata – segno. Persona che si lamenta – sintomo; febbre – segno; non avere appetito – sintomo; perdere sangue – segno.
    La psichiatria utilizza solo sintomi. Infatti non esistono analisi o prove di laboratorio che diano dei SEGNI evidenti di una specifica malattia. Lo psichiatra fa tutte le sue diagnosi esclusivamente in base ai sintomi ed è per questo che usa dei questionari per diagnosticare le malattie e non, per esempio, le analisi del sangue o le radiografie.

    L. – Sono perfettamente d\’accordo sul fatto che la psicopatologia descrittiva (quella delle alzate di mano che evoca se va bene il concetto di elevata attendibilità delle diagnosi psichiatriche) è un limite da superare, e in effetti le moderne tecniche di imaging, la psicofisiologia e la neuropsicologia cominciano a dare risultati. Sarebbe il caso di non gettare il bambino insieme con l\’acque sporca.
    E. – Mi fa piacere che concordi che la psicopatologia descrittiva per alzata di mano sia un limite!
    La diagnosi delle "malattie mentali" si basa unicamente sui sintomi, su ciò che il paziente fa o dice.
    Gli esami strumentali utilizzati sino a oggi, compresi quelli più sofisticati (RMN, Spect, Pet, ecc.) non hanno dimostrato alcuna variazione, nè anatomica, nè funzionale, tra il cervello di un soggetto definito come "malato mentale" e di uno definito come normale o sano.
    "Non esistono test per valutare la condizione chimica del cervello di una persona in vita." – Elliot S. Valenstein, Ph.D., ricercatore in medicina e biochimica.
    Per favore, salviamo i bambini dall’acqua sporca della psichiatria!
     

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