OTTOBRE NERO

THE BLACK OCTOBER

pubblicato in data 25 set 2014

haircut

L’escalation di contestazione sul piano mediatico che sta colpendo l’attuale governo fa percepire come la possibiità di una nuova chiamata alle urne verso Marzo 2015 sia verosimilmente plausibile. Le recenti valutazioni che ha evidenziato il Financial Times ad inizio settimana riguardo la sostenibilità finanziaria del debito pubblico italiano, ormai completamente fuori controllo, devono far preoccupare oggettivamente i loan country buyers, leggasi gli acquirenti e detentori di titoli di stato italiani. Non aspettate il salvatore della patria, lasciate perdere lo show dei proclami che sta andando in scena da oltre sei mesi, iniziate a liberarvi dei suddetti titoli italiani quanto prima. Questa volta la sirena vi avvisa con largo anticipo. Anche Corrado Passera, che dovrebbe essere il futuro nuovo primo ministro italiano, ha espresso l’ennesimo giudizio all’unisono su chi sta guidando il Paese dalla scorsa primavera. Matteo Renzi è un bluff,quando il Paese se ne accorgerà sprofonderà nell’oblio, è privo di visione, naviga a vista e soprattutto è circondato da persone dalla modesta, se non insignificante competenza. Così l’ex ministro del Governo Monti si è recentemente espresso ai microfoni di Radio 24.

Stando ai rumors di mercato, a far cadere Renzi potrebbe essere il suo ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, che non ha alcun desiderio di veder rovinata una carriera professionale trentennale per sei o nove mesi di appartenenza all’ennessimo governo detronizzato. Sostanzialmente Padoan vorrebbe evitare di finire come Mario Monti, il cui prestigio professionale è stato ampiamente compromesso dalla sua stessa esperienza di governo. Fallimentare su molti fronti. Renzi ormai può essere considerato un PR che vive in un mondo tutto suo: chi crede infatti che il Paese possa riprendersi grazie alla riforma del Senato, alla finta abolizione delle provincie o la recente proposta di abolizione dell’articolo 18 farà la stessa fine di quei poveri babbei che hanno comperato bitcoin durante la scorsa estate a 650$ ed ora se lo ritrovano a 400$ con una svalutazione del 40%. Una sorte simile potrebbe capitare anche ai detentori di debito italiano. Su questo punto facciamo una riflessione. Quando Mario Monti subentro a Berlusconi nel 2011 e lo spread era oltre 500 sui titoli di stato, il Paese paradossalmente stava molto meglio di oggi in cui lo spread è costantemente sotto la soglia di 150 punti.

Il tutto sembra irragionevole in quanto i parametri macro-economici che rappresentano il Paese sono decisamente più compromessi rispetto a tre anni fa: pensiamo solo alla disoccupazione, al rapporto debito/pil o al livello di tassazione complessivo. Dalla ICI alla Tasi, passando per l’IMU, il drenaggio fiscale sugli immobili è praticamente triplicato, senza dimenticare la tassazione sui risparmi e i vari balzelli sulle accise. Gli italiani in termini di ricchezza finanziaria stavano sicuramente meglio in epoca pre-montiana quando lo spread era oltre 500. I moniti che arrivano dagli organismi sovranazionali, dalle agenzie di rating e dagli investitori istituzionali riguardo alle famose riforme tanto sbandierate ma non implementate alimentano un rischio scenario che da incerto è diventato oggettivamente pericoloso. Gli hair cut sul debito italiano sono sempre più verosimili, ma mentre nei Paesi in cui sono stati intrapresi, a subirne le conseguenze sono stati proprio gli investitori esteri privati, nel caso italiano questo scenario diventa grottesco in quanto produrrebbe un ulteriore depauperamento di ricchezza per la nazione. Ricordiamo infatti che proprio gli stessi italiani detengono ormai oltre la soglia del 75% il proprio debito.

Fanno parte degli italiani che detengono il debito pubblico italiano anche banche e compagnie di assicurazione italiane che sui titoli di stato hanno costruito la loro solidità e la loro redditività. Sui titoli di stato italiani si fondano prodotti strutturati come le index linked, coperture di previdenza integrativa e montagne di fondi pensioni. Attenzione anche ad essere troppo esposti con depositi in istituti bancari italiani che a loro volto hanno una rilevante esposizione in titoli di stato italiani. Il momento di mercato presuppone una gestione del rischio più oculata di quello che si pensi, ipotizzando ormai anche scenari drammatici sul versante finanziario. Non vi sono più scuse per far finta di non vedere o di non sapere, i titoli del debito pubblico, a mio parere, vanno smobilizzati, capitalizzando magari i gain ottenuti proprio grazie ad acquisti effettuati durante il periodo turbolento del 2012. Il tutto può essere infatti configurato all’interno di un riassetto di portafoglio e di patrimonio a fronte del rischio Paese e del paradigma rischio/opportunità. Da questo punto di vista infatti il debito italiano potrà solo essere gestito in ottica quantitativa (quindi ipotesi di hair cut) in assenza di manifestazioni propulsive della crescita economica (ipotesi qualitativa) che mancano all’appello nonostante tre diversi tentativi di governo non convenzionale.

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Fonte: http://www.eugeniobenetazzo.com/debito-pubblico-hair-cut/

Trento, bocciato il DDL 24 su affidamento minori. Maffioletti: il difensore civico si dimetta

Trento, bocciato il DDL 24 su affidamento minori. Maffioletti: il difensore civico si dimetta

In Primo Piano

Trento, bocciato il DDL 24 su affidamento minori. Maffioletti: il difensore civico si dimetta

Daniela Longo

14/09/2014 – 11.23

Trento. Di recente il Difensore civico, dott.ssa Daniela Longo, ha presentato una relazione alla Quarta commissione politiche sociali in merito al DDL n. 24 presentato dall’onorevole Giacomo Bezzi e relativo al tema dell’affidamento dei minori. A nostro avviso, alcune posizioni assunte dalla dottoressa Longo si collocano in aperto contrasto con la missione stessa a cui è chiamata in qualità di Garante dei Minori della Provincia Autonoma di Trento.

Infatti, quella del Difensore civico è, in primis, una funzione di garanzia e tutela dei diritti e degli interessi del cittadino nei confronti della Pubblica Amministrazione. Ricordiamo altresì che nella Provincia autonoma di Trento il ruolo di Garante dei minori è affidato proprio al Difensore Civico. Eppure la dottoressa Longo, relativamente al passaggio, previsto nel ddl 24, in cui si prevede l’obbligatorietà di un progetto formale di recupero o rafforzamento della genitorialità, nella sua relazione scrive: “…. la soluzione non è quella di imporre un progetto, che fra l’altro credo esista per tutti senza tale vincolo, visto che risolvere il problemi con la famiglia è prioritario in ogni progetto di intervento sui minori, quanto magari trovare idonee modalità di interfacciarsi e superare ostilità esistenti. Tutto questo però riguarda la gestione dei servizi sociali, quindi l’azione amministrativa, e (la questione, ndr) non può essere risolta in via legislativa. Altrimenti si corre il rischio di aggiungere una carta in più da predisporre e basta.”

È scandaloso che il Difensore Civico, che dovrebbe tutelare i cittadini, si opponga formalmente al tentativo del legislatore di imporre uno strumento che, appunto, tutela maggiormente i cittadini, definendolo “….una carta in più da predisporre e basta”.

E’ altrettanto scandaloso che, così facendo, svuoti di significato il proprio ruolo – così sottraendo una figura di garanzia dal novero delle guarentigie di cui la cittadinanza deve godere – e finisca consapevolmente con il riconoscere (quasi con atteggiamento di "sudditanza gerarchica") un potere immenso all’azione amministrativa. Invece, le fonti normative che istituiscono la figura del Difensore civico/Garante affermano che il ruolo del difensore civico (e garante per l’infanzia) è quello di  essere Organo di tutela dei cittadini per segnalare storture o male prassi operate dalla pubblica amministrazione a svantaggio della erogazione di pubblici servizi che devono rispondere al principio legislativo di efficienza, efficacia e trasparenza pubblica,  e di bilanciare il potere dominante delle Istituzioni nei confronti della posizione del singolo cittadino.

A Trento, evidentemente, c’è qualcosa che non torna, giacchè ci troviamo in un territorio che registra uno tra i più alti tassi di allontanamento di minori dal proprio nucleo familiare, con destinazione casa famiglia o affido familiare.

L’intento di difendere a spada tratta il Sistema si rivela anche nel passaggio in cui si afferma che “la soluzione non è quella di imporre un progetto, che fra l’altro credo esista per tutti senza tale vincolo….”. Qui il Difensore Civico dimostra, quantomeno, una scarsa competenza in materia, dato che il disegno di legge si indirizzava proprio alle lacune amministrative relative alla mancanza di progettualità nelle attività di recupero della genitorialità.

Com’è possibile che la dottoressa Longo non sia al corrente delle innumerevoli segnalazioni concernenti la mancanza di progettualità dei servizi sociali trentini ?

Forse nulla sa della recente denuncia secondo la quale 93 bambini su 101 minori in regime di visita protetta – un numero "allucinante" se consideriamo che in Trentino il numero totale di minori allontanati dalle famiglie è di 355 – non hanno beneficiato di alcun aumento graduale delle visite (il che dimostra chiaramente la mancanza di progettualità o l’inefficienza della stessa).

Come può, il Difensore Civico, accettare ad occhi chiusi le informazioni, provenienti probabilmente dalle amministrazioni, e affermare che tale progetto “CREDO esista per tutti” ?

Significa forse che i “rapporti difficili con la famiglia di origine” siano sempre da addebitare alla famiglia e mai all’amministrazione ?

E perché la dottoressa si oppone a uno strumento di controllo dell’amministrazione ? Quella “carta in più da predisporre e basta” potrebbe permettere ai genitori di dimostrare l’inefficienza del progetto di recupero o rafforzamento della genitorialità e richiedere un progetto migliore, nonchè fungere da stimolo, per gli operatori, ad essere concretamente "al fianco" delle famiglie.

Come potranno i genitori e i cittadini rivolgersi con fiducia al Difensore civico ?

Crediamo che, a fonte di tale atteggiamento così passivo verso la cittadinanza, l’attuale Difensore Civico dovrebbe dimettersi. Dal canto nostro, consideriamo le sue dichiarazioni molto serie e valuteremo se porre la questione a livello istituzionale.

Gabriella Maffioletti Delegata Nazionale ADIANTUM per gli Enti locali

http://www.adiantum.it/public/3577-trento,-bocciato-il-ddl-24-su-affidamento-minori.-maffioletti–il-difensore-civico-si-dimetta.asp