psicobaggianate in bermuda e infradito

Tensione padre-operatori: lo psichiatra “condanna” il padre a visite protette con il figlio

Per il CTU è “molto probabile” che il bambino abbia “percepito” o assistito a tensioni e discussioni tra il padre e gli operatori. Soluzione: visite protette e padre inviato dallo psichiatra.
Rovereto. Dopo i recenti miglioramenti della giustizia minorile trentina, speravamo di non dover più assistere all’appiattimento dei giudici su perizie psichiatriche soggettive: purtroppo non è così. Un padre di Rovereto si è rivolto a noi per segnalare la perizia di uno psichiatra trentino che malauguratamente conosciamo già.
Di questo psichiatra si erano già occupati i giornali locali, quando era stato segnalato per essersi presentato da un padre in pantaloncini e ciabatte nel corso di una perizia ufficiale del tribunale. Il padre, ex ufficiale della Guardia di finanza che aveva cresciuto cinque figli fino alla maggiore età, aveva definito pubblicamente la perizia di questo consulente come un “capolavoro di superficialità e contraddizioni”. Non è tutto. Questo stesso psichiatra era stato segnalato dai media per aver partecipato a una perizia in cui, in soli 45 minuti e con un bambino di 9 mesi in braccio, a una mamma era stato ravvisato un “vero e proprio disturbo psichiatrico (disturbo di personalità) con tratti personologici di tipo narcisistico.”
Tornando alla vicenda in questione, lo psichiatra scrive espressamente: “… questo CTU ritiene che questa difficoltà di Sergio (nome di fantasia) vada principalmente riferita a dei fattori ambientali che hanno innescato una viva emotività e timore: stando a quanto è ricostruibile dalla documentazione analizzata, è molto probabile che il minore abbia percepito o abbia assistito a qualche tensione o discussione tra il padre e gli operatori attivati.” Nel paragrafo successivo, però, in merito al disagio di Sergio, il perito ammette la “difficoltà di individuarne delle ragioni precise…”. Nonostante quest’incertezza, si dispone che il padre debba vedere il figlio in visite protette, consigliando addirittura la presa in carico da parte di uno psichiatra (in palese violazione di una recentissima sentenza della Cassazione che ha stabilito il divieto d’imporre trattamenti terapeutici ai genitori perché in contrasto col divieto d’imporre trattamenti sanitari).
Certamente c’è la necessità di tutelare un bambino, ma la decisione del consulente di non autorizzare le visite libere con il padre sembra incomprensibile, e non possiamo esimerci dal segnalare l’apparente appiattimento del tribunale sulle valutazioni di questo perito, le perplessità suscitate dalla valutazione di cui sopra e altre possibili irregolarità che abbiamo riscontrato:

  • Pare che il consulente abbia fatto al bambino delle domande suggestive (e dei disegni suggestivi) incontrandolo a casa della madre, senza neppure vedere il bambino con il padre per fare un confronto tra le due realtà.
  • Il consulente non avrebbe incluso nella perizia le ultime relazioni positive in merito ai rapporti tra padre e figlio, e avrebbe addirittura omesso di riferire l’avvio di un percorso di visite libere padre-figlio finalizzato alla liberalizzazione degli incontri (come chiesto dai Servizi stessi al Tribunale dei Minori in base a indicazioni della psicoterapeuta incaricata). Percorso interrotto per la negazione degli accordi da parte della madre, cosa inaspettatamente recepita dal servizio sociale.
  • Il consulente avrebbe incontrato gli Assistenti sociali nonostante un contenzioso penale in corso tra il padre e gli stessi, e una richiesta di azione disciplinare inoltrata all’Ordine regionale, e quindi in presenza di un palese conflitto d’interessi.

Chiediamo sia fatta chiarezza augurandoci che l’Ordine dei Medici decida di indagare, anche in assenza di un esposto, come ha fatto recentemente l’Ordine degli Assistenti sociali. Invitiamo altresì altri genitori e cittadini a farsi avanti e a denunciare qualsiasi abuso subito a causa di perizie o valutazioni di natura psicologica e psichiatrica. Il clima è cambiato, ma la tendenza a emettere sentenze basate solo su perizie pseudoscientifiche, per loro natura soggettive e arbitrarie, è dura a morire: occorre continuare l’opera di denuncia e informazione, per una riforma radicale del diritto minorile.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

giovane ballerina vittima di psicobaggianate

Ferrara si mobilita per la giovane ballerina

Ferrara si mobilita per la giovane ballerina

Il giudice di Roma vorrebbe costringerla a vivere in una casa famiglia, impedendole di frequentare la scuola di ballo, ma gli amici di Ferrara lanciano un gruppo Facebook con più di 2000 aderenti in soli due giorni. Sullo sfondo, perizie pseudoscientifiche e centri di accoglienza più costosi di un albergo di lusso.

FERRARA. Solo pochi giorni fa è uscita la notizia di quanto rischia di succedere a una quattordicenne di Ferrara: un giudice del Tribunale di Roma vorrebbe allontanarla dalla madre, per destinarla a una casa famiglia. Questo, oltre a negarle drammaticamente gli affetti famigliari, renderebbe impossibile la frequentazione presso la prestigiosa scuola di danza Aida di Milano, dove è stata ammessa, e probabilmente rovinerebbe il suo sogno di diventare una ballerina professionista.

Ma la gente di Ferrara non ci sta. Alcuni amici della ragazza hanno fondato il gruppo “Amici della giovane promessa ferrarese della danza” che in due soli giorni è arrivato a più di 2000 iscritti, con commenti tra l’incredulo e il furioso:

  • “Anche la danza adesso e motivo di allontanamento? Siamo davvero oltre la frutta…”

  • “Questi sarebbero da rinchiudere in manicomio sono pazzi i Servizi Sociali! Ma lasciate stare i bambini e le famiglie e andate a zappare la terra…”
  • “Sono i casini di una mala giustizia e di neuropsichiatri, figure inutili, quale professionalità? Ditemi voi a che serve e cosa cavolo fa un neuropsichiatra?”
  • “Diversi consulenti dei Tribunali minorili di Roma ma anche di Foggia, di Taranto, di Lecce, di Potenza ecc. non sono oculati, sono superficiali, impreparati e dannosi e il giudice di turno prende come verità tutto quello che hanno scritto con leggerezza”;

Decine di commenti, anche irripetibili.

La realtà supera la fantasia

Il tutto nasce da una separazione conflittuale. Il padre trasferitosi all’estero è rientrato in Italia l’anno scorso chiedendo di costruire un rapporto con la figlia ormai preadolescente. La madre acconsente senza problemi finché la figlia non inizia a mostrare avversione per le visite con il padre. Viene quindi chiamato il Tribunale e il giudice – ascoltando la ragazza – viene a conoscenza di alcuni atteggiamenti troppo morbosi da parte del papà. Viene quindi presentata una denuncia: l’incidente probatorio è fissato per il prossimo ottobre.

Come spesso succede in questi casi, il giudice richiede il parere di un Consulente tecnico d’ufficio, un neuropsichiatra infantile di Roma, al fine di comprendere meglio la vicenda. Secondo lo psichiatra, la bambina va allontanata dalla madre. La (cosiddetta) perizia è tutta un programma:

“Nessuno [degli] attori della vicenda è mai stato ricoverato in un servizio psichiatrico, né abbiamo certificazioni ed esami che ci mostrino ed evidenzino uno stato di psicopatologia dell’uno o dell’altro. D’altro canto la situazione è fortemente patologica e si trascina da circa dodici anni, ci è quindi necessario definire cosa intendiamo per patologia al di fuori, o meglio, oltre la nosografia psichiatrica.”

La nosografia è lo studio puramente descrittivo delle malattie. L’ultima frase, in parole povere, significa: ‘non ci risulta che queste persone (inclusa la ragazza) soffrano di una qualsivoglia malattia psichiatrica assodata, perciò ce la dobbiamo inventare’.

Non si tratta di un caso isolato. Uno psicologo di Trento ha scritto in una perizia che una violenza sessuale era una “mancanza di delicatezza”, mentre uno psichiatra, sempre di Trento, ha accolto un papà per una consulenza in pantaloncini e ciabatte, e in un altro caso ha diagnosticato una malattia mentale a una mamma in soli 45 minuti, facendole perdere la custodia del figlio.

Perizie pseudoscientifiche e rimborsi d’oro per i centri di accoglienza

Tutto ciò ha origine dalla discrezionalità di discipline come la psichiatria e psicologia e porta a innumerevoli abusi ed errori, come scrive sagacemente lo psicologo Giuseppe Raspadori:

“È l’unico campo, si badi bene, in cui avviene che uno «scienziato» possa permettersi il lusso di diagnosticare una patologia grave e un altro suo pari affermare che la stessa persona è perfettamente sana. Non avviene in nessun altro campo della medicina. Ma nessuno batte ciglio, o osa chiedere i danni di tanto arbitrio, o mandare tutti al diavolo.”

Forse sarebbe ora di “mandare al diavolo” queste discipline da qualsiasi ambito giuridico: molti, troppi, bambini soffrono a causa di queste valutazioni discrezionali. Per di più le famiglie o le parti meno abbienti non hanno la possibilità di difendersi adeguatamente per via dell’alto costo delle consulenze di parte – un grosso affare per i centri di accoglienza che, per ogni bambino, ricevono dallo Stato un pagamento di svariate centinaia di euro al giorno: più cari di un hotel a 5 stelle!

Pubblicato Mar, 04/08/2015 – 14:39

Fonte: https://www.ccdu.org/comunicati/ferrara-mobilita-giovane-ballerina