Cosa sta succedendo in Tibet?

Cosa sta succedendo in Tibet?
Il Tibet è da sempre conosciuto come il Tetto del Mondo a causa della natura del suo territorio…
23-03-2008 – Fonte: Io mangiovegetariano.myblog.it.

Dov’è il Tibet?
Il Tibet è da sempre conosciuto come il Tetto del Mondo a causa della natura del suo territorio, in cui si trovano le montagne più alte del mondo, con ben 14 cime che si ergono al di sopra degli 8.000 mt (!!!) tra cui il celebre Monte Everest, (alto ben 8.848 mt.)

I suoi confini sono a nord con le regioni dello Xinjiang e del Qinghai, a est con quelle di Sichuan e Yunnan (tutte regioni cinesi), a sud con la Birmania, il Bhutan, il Nepal e l’India, con cui il Tibet confina anche ad ovest. Dalle sue cime nascono inoltre alcuni dei più importanti fiumi asiatici, come il Fiume Nu, il Fiume dalla Sabbia Gialla e il Fiume Lancang.
Il Tibet, attualmente, fa parte della Repubblica Popolare Cinese: rappresenta 1/3 del territorio dell’intera Cina ma i suoi abitanti originari (i tibetani) corrispondono solo allo 0,5% della popolazione Cinese (!!!) .

Il Tibet è uno stato autonomo?
Il Tibet, nazione indipendente con una storia che risale al 127 a.C., è stato invaso nel 1949 dalla Repubblica Popolare Cinese. L’invasione e l’occupazione sono state un atto di aggressione e una palese violazione delle leggi internazionali.

 

 

 

 

Chi sono i tibetani?

Chiunque abbia una conoscenza diretta dei tibetani e della loro lingua può comprendere l’assoluta peculiarità della cultura di questo popolo. Tale peculiarità può essere evidenziata prendendo in esame gli elementi fondamentali che la caratterizzano e che ne definiscono il concetto fornendo una risposta alla domanda: cosa si intende per “cultura nazionale”? La possibilità che tibetani e cinesi possano avere un’identità comune è assolutamente remota.

Non condividono, infatti, un territorio, una lingua, una legge, il senso della storia o una letteratura, hanno avuto un’irrilevante comunanza di credo religioso e appartengono a razze diverse I tibetani affermano che il Tibet è una nazione a sé stante con una sua peculiare identità culturale. I cinesi sostengono invece che i tibetani sono membri di una minoranza all’interno della nazione cinese (talvolta definita “una famiglia di nazioni”), con caratteristiche locali nel contesto di una cultura comune.

I tibetani sono un popolo unico sul pianeta perché la loro identità nazionale è imperniata sul buddismo. Per il popolo del Tibet il Dharma (la Dottrina) è tutto. Nell’arco di oltre mille anni, a partire dal re Songtsen Gampo (inizi del VII° secolo) fino al regno del V° Dalai Lama (il “Grande Quinto”, inizi del XVII° secolo), la cultura tibetana ha subito un laborioso processo di trasformazione: da etnocentrica, guerriera e imperialista è diventata universale, spirituale e buddista. Per più di trecento anni i tibetani, per propria scelta, non hanno avuto un esercito. Hanno volutamente posposto la crescita materiale a quella spirituale. Per secoli hanno utilizzato le risorse finanziarie principalmente per mantenere i monasteri e consentire ai monaci e alle suore di studiare. Non hanno considerato la ruota solo come un mezzo di trasporto ma come uno strumento per generare la preghiera, l’energia sacra del mantra “OM MANI PADME HUM”. I loro governanti, dopo aver trionfato su dinastie sanguinarie, provenivano da lignaggi spirituali di saggezza e compassione.

E’ una cultura di valore inestimabile, che fa da contrappunto alla nostra, perché proiettata verso l’interiorità allo stesso modo in cui noi diamo invece peso alle cose esteriori. Potrebbe fornirci preziose indicazioni per aiutarci a ristabilire l’equilibrio del pianeta e a restituire un equilibrio spirituale a quanti sono stati follemente travolti dall’eccessivo materialismo. E’ una questione di vita o di morte, è la nostra stessa vita o morte. E’ una cultura che vive in clandestinità in patria e in libertà solamente in esilio. E’ nostro dovere proteggerla, nutrirla ed aspettare pazientemente che le persone interessate ne riscoprano il prezioso valore e sentano l’esigenza di farne tesoro.

Chi è Sua Santità il Dalai Lama?

Sua Santità Tenzin Gyatso, 14° Dalai Lama del Tibet, è il capo temporale e spirituale del popolo tibetano.
Nato con il nome di Lhamo Dhondrub il 6 luglio 1935 in un piccolo villaggio chiamato Taktser, nel nordest del Tibet, da una famiglia di contadini, all’età di due anni fu riconosciuto come la reincarnazione del suo predecessore, il 13° Dalai Lama e, secondo la tradizione buddista tibetana, come reincarnazione di Avalokitesvara, il Buddha della Compassione che scelse di tornare sulla terra per servire la gente.
I suoi tentativi di soluzione pacifica del conflitto Sino-Tibetano furono vanificati dalla spietata politica perseguita da Pechino nel Tibet Orientale, politica che scatenò la sollevazione popolare e la resistenza. La protesta si diffuse nelle altre regioni del paese.

Il 10 marzo 1959 nella capitale, Lhasa, esplose la più grande dimostrazione della storia tibetana: il popolo chiese alla Cina di lasciare il Tibet e riaffermò l’indipendenza del paese. La sollevazione nazionale tibetana fu brutalmente repressa dall’esercito cinese. Il Dalai Lama fuggì in India dove ottenne asilo politico. Circa 80.000 tibetani lo seguirono e, attualmente, i profughi in India sono più di 120.000. Dal 1960, il Dalai Lama risiede a Dharamsala, una cittadina situata nello stato indiano dell’Himachal Pradesh, conosciuta anche come “la piccola Lhasa” e sede del Governo Tibetano in esilio.

Sin dalla sua prima visita in Occidente, all’inizio del 1973, numerose università ed istituzioni occidentali hanno conferito al Dalai Lama Premi per la Pace e Lauree ad Honorem, in segno di riconoscimento per gli approfonditi testi sulla filosofia buddista e per il ruolo svolto nella soluzione dei conflitti internazionali, nella questione dei diritti umani e in quella, a carattere globale, dei problemi ambientali.

Come e quando è avvenuta l’invasione cinese?

Nel 1950 la Repubblica Popolare Cinese invase il Tibet.
L’invasione e l’occupazione del Tibet costituirono un inequivocabile atto di aggressione e violazione della legge internazionale.
Secondo stime attendibili alla fine del 1957 circa centomila guerriglieri combattevano per la libertà del Tibet, ma la disparità delle forze in campo non lasciava alcuna possibilità di successo alla pur eroica resistenza tibetana.

Infatti i cinesi potevano contare su di un esercito armato di tutto punto, organizzato secondo una ferrea disciplina, perfettamente addestrato e che contava quattordici divisioni per un totale di oltre centocinquantamila uomini. Durante tutto il 1957 e il 1958 alle incursione della guerriglia Pechino rispose colpendo indiscriminatamente la popolazione civile, bombardando villaggi, uccidendo monaci, distruggendo monasteri e passando per le armi tutti coloro che, a torto o a ragione, erano accusati di aver aiutato i partigiani. La potente macchina bellica maoista fu responsabile in quegli anni, come appurarono in seguito due dettagliati rapporti della Commissione Internazionale dei Giuristi (3), di un vero e proprio genocidio.

Il Dalai Lama, capo politico e spirituale del Tibet, tentò una pacifica convivenza con i cinesi, ma le mire colonialiste della Cina diventarono sempre più evidenti. La sistematica politica di sinizzazione e sottomissione del popolo tibetano segnò l’inizio della repressione cinese cui si contrappose l’insorgere della resistenza popolare. Il 10 Marzo 1959 il risentimento dei tibetani sfociò in un’aperta rivolta nazionale. L’Esercito di Liberazione Popolare stroncò l’insurrezione con estrema brutalità uccidendo, tra il marzo e l’ottobre di quell’anno, nel solo Tibet centrale, più di 87.000 civili. Il Dalai Lama, seguito da circa 100.000 tibetani, fu costretto a fuggire dal Tibet e chiese asilo politico in India dove fu costituito un governo tibetano in esilio fondato su principi democratici. Attualmente, il numero dei rifugiati supera le 135.000 unità e l’afflusso dei profughi che lasciano il paese per sfuggire alle persecuzioni cinesi non conosce sosta.

Cosa ha provocato l’occupazione cinese del Tibet in tutti questi anni?

Oggi il Tibet è oppresso da un’occupazione illegale e repressiva.
Un milione e duecentomila tibetani, un quinto della popolazione, sono morti come risultato dell’occupazione cinese. Migliaia di prigionieri religiosi e politici vengono detenuti in campi di lavoro forzato, dove la tortura è pratica comune.

Uno degli aspetti più penosi della dominazione cinese è stato il "Thamzing" o "seduta di rieducazione", durante la quale i tibetani erano costretti ad auto accusarsi di crimini non commessi e ad autodegradarsi. I bambini erano sovente obbligati ad accusare i genitori di aver compiuto questo o quel crimine e a colpirli con sassi. Molti genitori, a loro volta, hanno assistito all’esecuzione dei loro figli, sono stati costretti a pagare i proiettili usati per ucciderli e a ringraziare i cinesi per aver eliminato "elementi antisociali".

Le donne tibetane sono soggette tuttora a sterilizzazioni forzate e a procurati aborti: occorre che i cinesi in Tibet siano sempre più numerosi e i tibetani sempre meno. Spesso vengono sterilizzate in condizioni spaventose tutte le donne in età fertile di un paese: radunate a forza davanti ad una tenda montata allo scopo, sono costrette ad attendere il loro turno ascoltando le urla delle donne operate all’interno.

Manca totalmente qualsiasi forma di anestesia. Altissima è la percentuale delle donne morte per infezione, poiché vengono obbligate ad abortire anche donne gravide di cinque o sei mesi. Le donne tibetane si rifiutano di partorire negli ospedali perché in molti casi il bimbo viene loro sottratto e considerato "morto durante il parto".

Inoltre il Tibet, un tempo pacifico stato cuscinetto tra l’India e la Cina, è stato trasformato in una vasta base militare che ospita buona parte della forza missilistica nucleare cinese, valutata complessivamente in 350 testate nucleari. Esistono, ormai, in Tibet numerose miniere di uranio dove la manodopera è tutta tibetana; parecchie persone vivono nei villaggi vicini alle basi atomiche, ai luoghi d’interramento delle scorie nucleari e alle miniere di uranio, sono gravemente malate, mentre continuano a nascere bambini deformi, i campi non danno più colture, gli animali muoiono e le acque dei fiumi che attraversano vasti territori dell’Asia, quali il Brahmaputra, sono contaminate da materiale radioattivo.

Tutto il subcontinente indiano rischia la contaminazione. Le risorse naturali del Tibet e la sua fragile ecologia stanno per essere irrimediabilmente distrutte. Gli animali selvatici sono stati sterminati, le foreste abbattute, il terreno impoverito ed eroso. Le immense foreste delle regioni orientali del Kham e dell’Amdo, intatte sino alla metà di questo secolo, grazie ad una sorta di ecologismo naturale proprio del Buddismo, sono ormai ridotte a spelacchiate macchie circondate da un vero e proprio deserto. La deforestazione del Tibet procede senza sosta dal 1963.

Più di 6000 monasteri, templi ed edifici storici sono stati razziati e rasi al suolo, le loro antiche opere d’arte e i tesori della letteratura sono stati distrutti o venduti dai cinesi. Migliaia di statue d’oro di valore inestimabile sono state fuse, trasformate in lingotti e trasportate a Pechino. La Cina proibisce in Tibet l’insegnamento e lo studio del Buddismo, l’odierna apparenza in libertà religiosa è stata inaugurata unicamente per fini di propaganda e turismo. Finti monaci prezzolati popolano finti monasteri, mentre i monaci e le monache vengono espulsi, maltrattati ed imprigionati. Oppressione ed atrocità regolano la vita dei tibetani rimasti in Tibet la cui esistenza si svolge come in un incubo senza fine.

Nonostante la rigida chiusura del Governo di Pechino che si ostina a negare l’esistenza di una "questione tibetana", dal 1959 ad oggi il Dalai Lama ha formulato diverse proposte politiche per sbloccare la situazione ed avviare un serio negoziato. Il progetto più articolato è costituito dal Piano di Pace in Cinque Punti presentato dal Dalai Lama nel 1987, documento in cui si chiede che l’intero territorio del Tibet venga dichiarato "zona di pace" e smilitarizzato; che cessi la politica di massiccia immigrazione dei coloni cinesi, la quale sta riducendo i tibetani ad una minoranza nel loro stesso paese; che siano garantite agli abitanti le libertà democratiche e i diritti civili; che cessi lo sfruttamento selvaggio e sistematico dell’ecosistema tibetano e che inizino al più presto serie e concrete trattative tra le autorità della Repubblica Popolare Cinese ed il Governo Tibetano in esilio, per ritrovare una soluzione pacifica e democratica al dramma del Tibet. A tutt’oggi il governo di Pechino non ha dato risposta.

Cosa sta succedendo in questi giorni?

4 gennaio 2008
Cinque organizzazioni tibetane hanno annunciato a New Delhi la costituzione del Tibetan People’s Uprising Movement, il Movimento di Insurrezione del Popolo Tibetano, finalizzato al coordinamento di comuni azioni di resistenza a partire dai prossimi mesi, vigilia delle Olimpiadi di Pechino 2008. Le cinque organizzazioni sono, nell’ordine, il Tibetan Youth Congress, la Tibetan Women’s Association, il Movimento Gu Chu Sum, il Partito Nazionale Democratico del Tibet e il gruppo Studenti per il Tibet Libero, India.

Gli organizzatori hanno annunciato che la prima, spettacolare azione del Movimento di Insurrezione del Popolo Tibetano avrà luogo il prossimo 10 marzo 2008, 49° anniversario della pacifica rivolta di Lhasa contro l’occupazione cinese, con una marcia pacifica che, partendo da Dharamsala, dovrebbe raggiungere Lhasa, la capitale del Tibet. Tsewang Rigzin, Presidente del Tibetan Youth Congress, nel corso di una conferenza stampa, a New Delhi, ha affermato che “la marcia verso il Tibet è un’iniziativa dei tibetani in esilio per rafforzare resistenza e portare la lotta dentro casa”. Ha inoltre invitato i tibetani in tutto il mondo a scendere in piazza e manifestare, senza ricorrere alla violenza, ovunque la Cina faccia transitare la fiaccola olimpica.

Lhasa, 10-11 Marzo 2008
Il giorno 10 marzo centinaia di monaci del monastero di Drepung, distante una decina di chilometri dal centro della capitale, hanno cercato di raggiungere Lhasa. Ingenti forze di polizia hanno pattugliato l’intera area attorno al monastero e posto i monaci sotto stretta sorveglianza. In città, reparti armati di polizia, temendo il congiungimento dei monaci con i cittadini, si sono dispiegati all’interno dell’area del Barkhor impedendo la libera circolazione dei tibetani. Si ha notizia dell’arresto di quattordici monaci e di almeno due laici.

Il giorno successivo, 11 marzo, attorno alle 3 del pomeriggio, centinaia di monaci del monastero di Sera (tra 400 e 500 religiosi) si sono radunati nel cortile dell’istituto monastico inneggiando alla libertà e all’indipendenza del Tibet. Hanno cercato quindi i raggiungere Lhasa per protestare contro gli arbitrari arresti avvenuti il giorno precedente e per chiedere la liberazione delle persone imprigionate nell’ottobre 2007, in occasione delle manifestazioni seguite al conferimento al Dalai Lama della medaglia d’oro del Congresso americano. Nei pressi della locale stazione di polizia sono stati fermati da almeno un migliaio di poliziotti appartenenti alle forze di pubblica sicurezza che, per disperdere la folla, hanno fatto ricorso al lancio di gas lacrimogeni.

Testimoni oculari hanno riferito che almeno undici manifestanti sono stati brutalmente percossi. Fonti attendibili hanno reso noto che alcuni colpi d’arma da fuoco sono stati uditi attorno al monastero di Drepung. Tutte le strade di accesso al monastero sono bloccate e la polizia ispeziona le abitazioni private dei tibetani alla ricerca di eventuali monaci o monache che abbiano cercato di ottenere riparo. In tutta Lhasa si registra una situazione di forte tensione.

Lhasa, 14 Marzo 2008
Un’imponente serie di manifestazioni sono in corso a Lhasa, nelle aree del Barkor e del Trombe Khang, e in altre regioni del Tibet. Testimoni oculari riferiscono che nella capitale tibetana sono in atto violenti scontri con la polizia, che hanno causato diversi feriti e, secondo alcune fonti, la morte di una ragazza di sedici anni. Diversi negozi e automobili sono in fiamme. Si tratta della sollevazione popolare più importante e significativa dalla fine degli anni ’80. Le forze di polizia hanno limitato la libera circolazione dei tibetani e si teme che possa essere imposto il coprifuoco nel volgere di breve tempo. Imponenti manifestazioni di protesta anche a Labrang (Amdo) dove almeno 500 monaci si sono uniti ai laici e hanno raggiunto il palazzo sede del governo inneggiando alla libertà del Tibet e al ritorno del Dalai Lama. Manifestazioni nelle strade della Contea di Sangchu, nella provincia di Gansu.

In una dichiarazione rilasciata a Dharamsala, il Dalai Lama ha chiesto alla Cina di rinunciare all’uso della forza. Nella stessa dichiarazione il Dalai Lama ha affermato di essere “profondamente preoccupato” per la situazione in Tibet.

”Sono profondamente preoccupato della situazione che si sta verificando in Tibet a seguito delle proteste pacifiche degli ultimi giorni in molte aree, inclusa Lhasa. Queste proteste sono la manifestazione del profondo risentimento della gente del Tibet sotto l’attuale governo. Come io ho sempre detto, l’unita’ e la stabilita’ sotto la violenza bruta costituiscono al massimo una soluzione temporanea. E’ irrealistico aspettarsi unita’ e stabilita’ sotto un simile governo e questo non contribuira’ a trovare una soluzione pacifica e durevole. Dunque io faccio appello alle autorita’ cinesi, affinche’ smettano di usare la forza e indirizzino il risentimento covato a lungo dal popolo tibetano verso il dialogo col popolo tibetano stesso. Allo stesso tempo esorto i miei compagni tibetani a non fare ricorso alla violenza”.

Lhasa, 15 Marzo 2008
Pechino ha risposto con la forza alle proteste dei tibetani. A fronte delle notizie diffuse dalla televisione di stato cinese che ha dato notizia di “dieci morti e molti feriti”, il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia afferma che i morti sarebbero almeno cento, trecento secondo altre fonti.
Raggiunta telefonicamente, una tibetana residente a Lhasa, ha così dichiarato tra le lacrime: “La situazione è terribile. Molte persone sono state uccise. I cinesi hanno sparato a vista, indiscriminatamente, e pile di corpi giacciono nelle vicinanze dello Tsuglakhan, il tempio principale di Lhasa. Molti i tibetani fatti prigionieri e picchiati. I tibetani sono costretti a colpire i propri connazionali, anche se si rifiutano di farlo. Tutti i viaggi sono stati sospesi. Chiediamo il vostro aiuto”.

Oggi la città è pattugliata da migliaia di poliziotti e percorsa da mezzi blindati. I monasteri sono circondati. Il governo locale ha intimato ai manifestanti di arrendersi e cessare ogni manifestazione entro lunedì. La televisione di stato oscura, dopo pochi secondi, tutti i notiziari sulla rivolta in corso trasmessi dalle più importanti televisioni straniere e insiste nel diffondere solo le immagini dell’assalto dei tibetani a negozi, edifici pubblici ed auto cinesi.
La rivolta dei tibetani prosegue a Labrang (provincia del Gansu), con rinnovata intensità e fitto lancio di gas lacrimogeni. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia da notizia di manifestazioni in corso anche in Kham e in Amdo.

Lhasa, 17 Marzo 2008
Le scarne notizie che giungono dalla capitale tibetana raccontano di una città spettrale, strettamente pattugliata da ingenti forze militari e di polizia (circa 20.000 uomini, secondo alcune fonti). Blindati percorrono le strade semideserte che mostrano i segni dell’esplosione della rabbia dei tibetani dopo quasi sei decenni di brutale repressione cinese. Mentre stanno per scadere i termini dell’ultimatum di resa incondizionata emesso il 15 marzo dalle autorità della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana, si apprende di nuove manifestazioni spontanee avvenute o in corso in diverse aree del Tibet.

Lunedì 17 marzo, nella contea di Machu (Prefettura di Gannan, nel Gansu), una folla di 300 – 400 persone recanti grandi fotografie del Dalai Lama, si è diretta contro gli edifici governativi appiccando il fuoco a negozi ed uffici cinesi. Un centinaio di studenti della Marthang Nationality Middle School (Prefettura di Ngaba – Provincia del Sichuan) hanno inscenato una manifestazione di protesta all’interno del campus della scuola e chiesto a gran voce il ritorno del Dalai Lama. Si ha notizia dell’arresto di una quarantina di dimostranti.

Il 16 marzo, circa 500 studenti tibetani dell’Università di Lanzhou (la capitale della provincia del Gansu), hanno dato vita ad una pacifica dimostrazione all’interno dell’istituto scolastico. Analoghe manifestazioni di protesta sono avvenute non lontano da Lhasa, presso il monastero di Gaden Choekor ed in altre località della Regione Autonoma. Dal 15 marzo, a Lhasa, la polizia cinese esegue rastrellamenti casa per casa. Si è appreso dell’arresto di centinaia di tibetani, compresi tutti gli ex prigionieri politici.

Il 16 marzo, a Dharamsala, nel corso di una conferenza stampa, il Dalai Lama ha denunciato il genocidio culturale in atto all’interno del Tibet ed ha dichiarato di temere che la politica di repressione attuata dal governo di Pechino si possa tradurre in un nuovo bagno di sangue. Pur ribadendo di non essere contrario allo svolgimento dei Giochi Olimpici a Pechino, ha fatto sapere che non chiederà ai suoi connazionali di arrendersi alle autorità cinesi.

Cosa posso fare io?

Se hai letto fino a questo punto, già hai compiuto un passo avanti nella tua ricerca personale per un informazione più libera. Molto probabilmente quello che hai letto non ti è piaciuto ed è nato in te il desiderio di fare qualcosa di più concreto per il popolo tibetano.
Non ti resta quindi che:
divulgare le notizie!

Qualche idea? Potresti:

– divulgare la notizia.
Dai telegiornali non si riesce a evincere appieno la complessità e la drammaticità della odierna situazione in cui versa il popolo tibetano:

divulga quindi questo articolo, oppure, spiega tu cosa sta succedendo a quante più persone conosci; oppure ancora, se hai un blog, dedica un tuo post alla questione tibetana;

– firmare la petizione internazionale a favore del Tibet.
"Avaaz – Raccolta di 1 Milione di firme on-line a sostegno del Tibet e del Dalai Lama, che Avaaz farà avere al presidente cinese."
L’indirizzo è: http://www.avaaz.org/en/tibet_end_the_violence/7.php

– farti socio dell’associazione Italia-Tibet (vedi la bibliografia) che da anni propugna eventi e manifestazioni per sostenere e far conoscere la questione tibetana;

– unirti ad Amnesty International per cercare di far liberare dalle carceri cinesi tutti i prigionieri politici tibetani (Vuoi sapere chi è il più piccolo prigioniero politico del mondo? Clicca qui:
www.italiatibet.org/history/dirittiumani/prigionieri/panchenlama.htm;

– decidere di unirti alle varie manifestazioni spontanee che stanno sorgendo in questi giorni, in varie città d’Italia, per solidarietà con il popolo Tibetano (per sapere come aderire, clicca qui
www.italiatibet.org/ait/eventi/2008/17marzo08.htm;

– scrivere direttamente all’ambasciatore Cinese in Italia (Mr. Dong Jinyi, indirizzo e-mail:
chinaemb_it@mfa.gov.cn, fax 06-8413467);

– unisciti anche tu come volontario alla Marcia, oppure, semplicemente, sostieni i marciatori. Puoi farlo iscrivendoti a:
tibetanuprising.org ;

– infine, se sei un praticante del Dharma: sappi che è stato chiesto a tutti i Buddhisti di recitare quanto più possibile il mantra di Cenresig (Om mani Peme Hum), la richiesta è partita dai monaci stessi che stanno marciando verso il Tibet e da alcuni Geshe di Sera.
Tuttavia, di qualunque religione tu sia, potresti sempre dedicare una preghiera per augurare una pacifica risoluzione per questa triste situazione.

Ricorda solo che, qualsiasi azione tu decida di intraprendere, di rispettare i principi della non violenza.

Grazie di tutto

Alice

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(Da questi siti ho tratto informazioni e foto per potere scrivere questo articolo)

www.italiatibet.org : sito dell’Associazione Italia – Tibet, il principale riferimento per noi italiani sulla questione tibetana;

www.giotibet.com : sito nato appositamente per seguire le vicende sulla lunga marcia dei Tibetani verso il confine tra Tibet e India, obiettivo: Lhasa. Troverete qui tutte le ultime notizie sulle manifestazioni/rivolte/repressioni/aggressioni di questi giorni, il sito viene aggiornato minuto per minuto;

www.tibetanuprising.org : (in inglese) sito ufficiale del neo costituito “Movimento di Insurrezione del Popolo Tibetano” che coordina la marcia;

www.tibet.net : (in inglese) sito ufficiale del Governo Tibetano in esilio (sede ufficiale di Dharamsala);

www.padmanet.com : sito Buddhista che raccoglie tutti i centri di Buddhismo Tibetano in Italia, contiene anche informazioni sul Tibet;

www.casadeltibet.it/index.htm : sito sul Centro Culturale Internazionale “Casa del Tibet” che a Votigno di Canossa ha portato a nuova vita un borgo abbandonato, ricreando un Tibet in miniatura in Italia.

Film (mi limito a segnalare solo i più famosi):

– “Sette anni in Tibet”, con Brad Pitt, regia di Jean-Jacques Annaud ;
– “Kundun”, regia di M. Scorzese ;
– “Il piccolo Buddha” , regia di Bertolucci .

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Fonte: iomangiovegetariano.myblog.it

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News Inserita da Daria Mazzali Promiseland.it Redazione Italia

http://www.promiseland.it/view.php?id=2379

I test nelle scuole di Rovereto stanno continuando?

Trento, 21 marzo 2008

Spett.le Redazione

Per pubblicazione

 

COMUNICATO STAMPA

I test nelle scuole di Rovereto stanno continuando?

 

Dopo la telefonata allarmata di ieri da parte di un insegnante di una scuola di Rovereto che ci ha comunicato che i sondaggi dell’indagine "La Testa Altrove" promossi dal dr. Campolongo del Lions Host sono stati distribuiti in alcune scuole di Rovereto, ci chiediamo se, nonostante le recenti prese di posizione sfavorevoli ai test di vari organi amministrativi e istituzionali, i test non stiano continuando.

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani chiede al provveditorato, o a chiunque sia preposto a investigare eventuali violazioni, di intervenire per verificare queste notizie e avviare tutte le procedure necessarie per tutelare i bambini.

Nel corso dell’audizione sulla legge n. 259 "Disposizioni in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini e adolescenti" e approvata all’unanimità da parte della IV Commissione permanente della Provincia di Trento, il dott. Fontana, responsabile della direzione cura e riabilitazione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ha affermato che l’Azienda sanitaria condivide il divieto di svolgere test sullo stato psichico degli alunni. Evidenzia a questo proposito la differenza tra la somministrazione di questionari anonimi per indagini sui comportamenti e test finalizzati a screening diagnostici. Sottolinea che l’Azienda sanitaria non ritiene che la scuola sia l’ambiente adeguato per rilievi diagnostici e ricorda che a fronte della richiesta di interventi riabilitativi nelle scuole essa ha sempre espresso parere negativo segnalando che le sedi appropriate per tali attività sono quelle dell’Azienda sanitaria appositamente deputate. Nella stessa audizione il dott. Renna, dirigente del servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo, ha avvisato che la struttura provinciale di competenza può occuparsi del problema nella prospettiva di risolvere difficoltà di apprendimento, diversa dall’approccio sanitario. In questo senso avverte che i test, di cui all’articolo 6 del disegno di legge n. 259, non rientrano nella competenza del dipartimento istruzione. Afferma che quest’ultimo è estraneo a tali attività e il sostegno inizialmente accordato ai convegni svolti in Vallagarina, che si giustificava come attività di aggiornamento dei docenti, è stato ritirato poiché non si tratta di una pratica che si voleva introdurre nella scuola trentina, né tantomeno di un indirizzo per il futuro.

Nel corso della tavola rotonda ADHD Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività "I lati oscuri di una ‘nuova’ malattia curata con la somministrazione di psicofarmaci a bambini e adolescenti" l’avvocato Di Francia ha sostenuto quanto segue: "Non impedire un evento che si ha il dovere di impedire, equivale a cagionarlo: art. 40, comma 2 c.p.). Per accertare se una interferenza è legale oppure illegale occorre riferirsi alla legge. Soltanto la legge può consentire le interferenze ed indicarne le modalità. Soltanto la legge può negare o limitare nella persona –minore o maggiore di età– l’esercizio di un sacrosanto diritto, qual è quello alla riservatezza. Legge e non atto amministrativo, qual è quello assunto in nome di una generica e non meglio precisata autonomia scolastica, come, purtroppo, è accaduto. La giustificazione è, a dir poco, singolare. Chi frequenta l’ambiente scolastico sa perfettamente che, in tale ambiente, nulla si muove se non dopo che sia pervenuta una specifica circolare. È, dunque, pensabile che, in una materia tanto delicata, qual è un’indagine psicologica sui bambini, il diritto alla riservatezza, il diritto al consenso informato, il diritto alla privacy, possano essere violati in base ad una generica e non meglio precisata "autonomia scolastica"? È bene chiarire che "autonomia" non vuol dire autarchia; non vuol dire fare quello che si vuole; non vuol dire "sovranità". Vuol dire più semplicemente, facoltà di agire all’interno di una sfera, più o meno ampia di competenze, fissata dalla legge.

Si dice che i test vengono fatti solo per contribuire alla conoscenza del fenomeno nelle scuole trentine, ma teniamo a ribadire che prima negli USA e poi nelle altre nazioni, si può facilmente osservare che viene messa in atto e replicata fedelmente la stessa modalità operativa: si tratta non tanto di un allarme medico scientifico, quanto di una precisa strategia di marketing. La strategia di marketing è organizzata come segue:

1)        Vengono pubblicati, su riviste e giornali, una serie di articoli, dove "esperti del settore", annunciano la presenza di tale malattia, nonché la necessità di diagnosticarla precocemente. Bisogna CREARE il problema, convincere la popolazione che questo problema esiste, che è grave e che si tratta di una malattia (disturbo neuro-biologico)!

2)        Gli psicofarmaci atti a "curare" tale malattia vengono approvati e introdotti sul mercato.

3)        Si organizzano convegni scientifici sul "problema" e si formano organizzazioni di familiari, che chiedono a gran voce il "diritto alle cure e alla diagnosi precoce".

4)        I test per fare la diagnosi vengono distribuiti in alcune scuole e gli insegnanti vengono, tramite corsi di formazione, addestrati ad etichettare i bambini o a segnalarne i casi.

5)        Mentre cresce la campagna stampa, al fine di "sensibilizzare" la popolazione, vengono approvate leggi che, stabiliscono che i test con le domandine vengano eseguiti a tappeto in tutte le scuole, sin dalla prima infanzia.

Il risultato finale: potenziali milioni di nuovi consumatori di pillole e tutti i disastri conseguenti. Si aggiunga infine che se da un lato la scuola rappresenta il luogo privilegiato di osservazione del disagio dei bambini e degli adolescenti, dall’altro il suo compito principale ed essenziale è quello dell’apprendimento, certamente non quello di trasformarsi o di essere trasformata in un laboratorio di igiene mentale. Uno Stato democratico è al servizio dei cittadini; fornisce servizi su richiesta dei cittadini; non entra nelle loro case e nella loro vita per schedarli, nemmeno nelle scuole.

L’uso di farmaci come il Ritalin sta facendo correre "rischi tremendi" ad un’intera generazione di ragazzi. Il farmaco è prescritto, per "controllare il comportamento in breve tempo" e non per ridurre un identificabile rischio per la salute del bambino. Nella nostra società non si era mai verificato un controllo chimico del comportamento umano di così vasta scala al di fuori degli ospedali e dei manicomi. Ricordiamo che dal 2004 negli USA, la FDA ha emanato una direttiva relativa a "black box" label warning indicando che molti antidepressivi possono incrementare il rischio di pensiero e di comportamento in alcuni bambini ed adolescenti. Il black-box warning è il più serio genere di avvertimento relativo alla prescrizione di farmaci (consiste in una etichetta con riquadro nero che avverte il consumatore dei rischi – lo stesso genere di etichette che oggi vediamo in Italia sui pacchetti di sigarette e che ne ricordano i rischi del consumo).

Paolo Roat

             CCDU ONLUS Sezione di Trento
www.ccdutrento.orgccdutrento@tiscali.it

Sito nazionale: www.ccdu.org

Cinque suggerimenti per aiutare i bambini ad avere successo – Five Tips to Help Children Succeed

 


Five Tips to Help Children Succeed

Raising kids can be a difficult, yet important and rewarding task. As a parent, you can succeed and add a valuable member to our world. Or you can fail as a parent and create an unhappy problem for the world to handle.

Even if you are not currently raising children, they are a big part of your future. Today’s children are tomorrow’s parents and leaders. You can improve our future by helping parents raise their kids with these five tips.

The following five quotes are from The Way to Happiness by L. Ron Hubbard.

1. "What does have a workability is simply to try to be the child’s friend. It is certainly true that a child needs friends."

Who were the adults in your own childhood? Who were your favorite relatives? Your favorite leaders, sports coaches or teachers? If you smile at the memory, they probably treated you as a friend.

2. "Try to find out what a child’s problem really is and without crushing their own solutions, try to help solve them."

A child is a regular person in a small body. He or she is starting to think. If you encourage them to solve problems, you are building their confidence.

For example, asking the right questions is often more valuable to people than giving out answers. "Why are you crying? Why do you think he was mean to you? What do you want to do about it? Okay. What might be a better way to solve it?"

3. "Observe them–and this applies even to babies. Listen to what children tell you about their lives."

For example, you might observe a baby calms down when you play Mozart. You may discover your three-year-old gets excited when painting flowers. An eight-year-old may have a great idea for your career that you’ve never considered.

4. "Let them help–if you don’t, they become overwhelmed with a sense of obligation which they then must repress." (Repress = hold back.)

How do you feel if someone gives you money or favors, but refuses to let you return the favor in any way? Perhaps you feel worthless as you have nothing valuable to give to that person. If you are not allowed to help, you’ll soon dislike or distrust the person and refuse all future gifts.

Examples: "If you fold the napkins, it would really help me." "I’ll give you an allowance if you take care of all the garbage for the house." "I’ll feel better if you sing a song for me."

5. "A child factually does not do well without love. Most children have an abundance of it to return."

You can learn about the Way to Happiness Foundation at www.twth.org.


Copyright © 2008 TipsForSuccess.org. All rights reserved. Grateful acknowledgment is made to L. Ron Hubbard Library for permission to reproduce selections from the copyrighted works of L. Ron Hubbard.

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Serie di successi della psichiatria

 
Periodo di recenti intensi risultati psichiatrici…
 
Si ringrazia il CCDU Onlus Milano per la rassegna stampa.
 
———- Forwarded message ———-
From: ccdu onlus milano <ccdu.milano@gmail.com>
Date: 21-mar-2008 17.19
Subject: CCDU rassegna 21/3/08
To:
[…]

http://www.unionesarda.it/DettaglioCategorizzato/?contentId=19106
Lecco: spara alla madre e cerca di uccidersi (soffriva di depressione)

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/ancona/2008/03/21/74233-tenta_suicidio_auto_davanti_tutti.shtml
Tenta il suicidio in auto davanti a tutti (soffriva di depressione)

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=48AB6AC75701E0072004275657718C48
Ritrovata una donna milanese scomparsa da casa – era da tempo in cura per depressione

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=25ECD509ECE5762B5DE8E06EDE8746B4
Si spara alla testa con il fucile da caccia – da tempo soffriva di depressione

[…]

 

MANIFESTO ECONOMICO PER UN RINNOVAMENTO SOCIALE E NAZIONALE

 

Lo chiamano "il Grillo dell’economia" ed ha scritto il seguente manifesto.

Un manifesto che può sembrare una provocazione sotto vari punti di vista, ma che contiene delle verità di fondo incontestabili.

In particolare condivido pienamente il punto 2.

___________________________________________________

 

MANIFESTO ECONOMICO

PER UN RINNOVAMENTO SOCIALE E NAZIONALE

di Eugenio Benetazzo

 

RIDEFINIZIONE DELLA SPESA DI RAPPRESENTANZA POPOLARE

1) Abbattimento coatto del 75 % degli emolumenti e compensi ad europarlamentari, senatori, deputati, consiglieri

regionali e comunali (abolizione delle province in qualità di enti amministrativi). Eliminazione di ogni sorta di

privilegio pubblico. Congelamento ed abolizione delle pensioni di anzianità legislativa con effetto retroattivo sino

alle ultime cinque legislature.

RIPRISTINO DELLA SOVRANITA MONETARIA DEL POPOLO ITALIANO

2) Istituzione della Banca Nazionale del Popolo Italiano, ente pubblico interamente detenuto dal Ministero del

Tesoro, autorizzato dal Parlamento ad emettere moneta e banconote in nome e per conto del Popolo Italiano a

fronte di esigenze e finalità di natura socioeconomica. Coniazione di una moneta succedanea all’euro e

conseguente definizione di un sistema monetario a doppia circolazione valutaria. Tasso di sconto, tasso di

cambio ed offerta monetaria variabili macroeconomiche stabilite esclusivamente dal Ministero del Tesoro e dal

Ministero delle Finanze in accordo con le linee guida della Politica Sociale per il Paese.

RIDEFINIZIONE E TASSAZIONE DELLA PROSTITUZIONE

3) Tassazione della prostituzione con una aliquota unica del 25 per cento: istituzione e regolamentazione della

figura professionale e dei relativi obblighi ed adempimenti sia fiscali che sanitari.

EMBARGO COMMERCIALE CONTRO LA CINA

4) Istituzione di dazi doganali di sbarramento all’ingresso per i prodotti confezionati, assemblati e realizzati al di

fuori della Comunità Europea (esattamente come fanno gli stessi USA). Divieto assoluto di importazione per i

prodotti (alimentari e non alimentari) provenienti dalla Cina, in special modo se questi ultimi, in seguito a processi

di delocalizzazione produttiva, possono essere riconducibili ad aziende italiane che hanno delocalizzato le loro

attività industriali, quando prima realizzavano tali prodotti all’interno del territorio italiano dando impiego alla

manodopera italiana e creando posti di lavoro per la collettività nazionale.

ISTITUZIONE DELLE GIURIE POPOLARI E DELLE TAGLIE DI CATTURA

5) Istituzione delle giurie popolari e del concordato stragiudiziale obbligatorio per cause civili pendenti con ricorso

per importi inferiori a 10.000 euro. Rimborso di oneri e spese per la difesa a totale carico della parte perdente.

Inasprimento coatto delle pene per i reati di mafia, associazione a delinquere e peculato. Individuazione ed

espulsione permanente di tutti gli extracomunitari clandestini. Istituzione delle taglie di cattura per i reati contro la

persona e contro il patrimonio.

ISTITUZIONE DEL MUTUO SOCIALE

6) Istituzione del mutuo sociale (per i soli cittadini italiani) per l’acquisto integrale della prima casa. Erogazione fino

a 250.000 Euro in assenza di garanzie patrimoniali e reddituali per qualsiasi tipologia di unità abitativa.

L’immobile che si è deciso di acquistare viene acquisito e diviene proprietà dell’Istituto del Mutuo Sociale, ente

pubblico interamente detenuto dal Ministero del Tesoro. Le rate mensili vengono calcolate applicando un tasso

fisso del 2 % in relazione alla durata ed alla capacità di rimborso di ogni contribuente. Al termine del periodo di

ammortamento l’immobile viene trasferito d’ufficio in proprietà al contribuente senza l’applicazione di alcun onere

o tassa. Gli interessi passivi sono interamente deducibili dal reddito imponibile.

ISTITUZIONE DELLE NO TAX AREA

7) Individuazione e definizione di no tax area (distretti industriali) nelle seguenti regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria,

Campania, Puglia, Basilicata, Molise con totale esenzione del pagamento di imposte dirette per un arco di tempo

di 25 anni ad aziende con insediamenti industriali con più di 250 dipendenti assunti a tempo indeterminato.

Riproduzione concessa con citazione della fonte originaria

manifestoeconomico@eugeniobenetazzo.com

 
____________________
 
 

Canale Video su Scientology

 
 
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IL NUOVO CANALE DEI VIDEO DI SCIENTOLOGY ORA DISPONIBILE SU SITO WWW.SCIENTOLOGY.ORG
 
 
Scientology.org canale dei video risponde alle domande "Che cos’è Scientology" e contiene 82 video informativi in relazione ai programmi umanitari e al credo degli Scientologist.

La Chiesa di Scientology ha reso disponibile un nuovo Canale dei Video sul sito ufficiale www.scientology.org.
 
Secondo la società di metriche on line ComScore, non meno del 75% degli utenti di Internet vede i video online. La Chiesa è fiera di annunciare il Canale dei Video di Scientology.org per avere qualsiasi informazione ufficiale sulla nostra Chiesa. I video possono essere visti con qualsiasi connessione internet, che sia mobile o fissa, iPhone e con qualsiasi altro dispositivo mobile.
 
Attraverso 82 video di qualità, che coprono circa 3 ore di informazioni, viene fornita una panoramica delle credenze e pratiche fondamentali della religione, come pure informazioni sui molteplici programmi sociali patrocinati dalla Chiesa di Scientology, indirizzati all’abuso di droga, l’analfabetismo, i diritti umani e il soccorso delle vittime di cataclismi. Nel sito inoltre ci sono anche delle interviste a scientologist che spiegano come mai hanno scelto Scientology come loro religione.
 
Gli utenti possono scegliere se vedere un singolo video oppure l’intera presentazione. Inoltre gli utenti che visiteranno il Canale dei Video di Scientology e che vorranno ricevere maggiori informazioni a riguardo, potranno richiedere gratuitamente un libro dal titolo: "Una descrizione della religione di Scientology" o ottenere altri libri di base riguardo Dianetics e Scientology.
 
La produzione di questi video è avvenuta nel corso di parecchi anni. Alcuni di questi video erano stati resi disponibili al pubblico che visitavano le mostre di Scientology in giro per il mondo. L’aver reso disponibile il canale dei video sul sito, aperto agli utenti di internet che vedono i video online, è un agevolazione perché ora questi video possono essere visti 24 ore su 24 ogni giorno della settimana in tutto il mondo.

La Chiesa di Scientology ha sempre considerato Internet una risorsa per diffondere informazioni accurate riguardo alla religione, e si è concentrata sull’uso di Internet per promuovere il proprio messaggio e la propria missione nel mondo. Fin dal 1996, i siti della Chiesa di Scientology, hanno fornito centinaia di migliaia di pagine di materiale e immagini sulla religione. Questi siti sono disponibili nelle lingue principali e sono visitati da decine di milioni di persone ogni anno.
 
La Chiesa di Scientology crede fermamente che la comprensione si raggiunga attraverso la conoscenza e l’informazione. È con questo spirito che la Chiesa di Scientology sta mettendo a disposizione questo speciale canale dei video online, designato specificatamente a rispondere alla domanda più frequentemente posta: "Che cosa è Scientology?"

La Chiesa esorta chiunque desideri informazioni riguardo alla religione di  Scientology a visitare il Canale dei Video sul sito:
www.scientology.org.
 
PER PIù INFORMAZIONI CONTATTARE:
 
Giuseppe Cicogna
Ufficio Stampa
011 – 245.88.47
347 – 98.11.901
 


Psichiatria: Importante mostra a Trento

 

Newsletter del 17 marzo 2008

In evidenza:

TRENTO- "Psichiatria: un viaggio senza ritorno"
Martedì 18 marzo alle ore 10.30 presso il Palazzo della Regione verrà tenuta la cerimonia di taglio del nastro per la mostra multimediale itinerante "Psichiatria: un viaggio senza ritorno". Saranno presenti diversi consiglieri provinciali, politici, medici, psichiatri, avvocati e altre personalità che hanno confermato la loro partecipazione. Un caloroso ringraziamento a Kiwanis ed alla sezione Trentina degli "Amici di Beppe Grillo" per la collaborazione ed aiuto nella realizzazione dell’evento. Leggi tutto

Psichiatria: oltre al danno anche la beffa. Quali verità nascoste sull’elettroshock e sugli psicofarmaci?
Sul sito di Adnkronos, Athanasios Koukopoulos, Presidente uscente dell’Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec), afferma che gli psicofarmaci sono più costosi e letali dell’elettroshock. Uno studio inglese pubblicato su "Il Corriere" rivela che gli antidepressivi sono inutili e paragonabili al placebo. Dove stà la verita? Continua la petizione per fermare l’elettroshock. Leggi tutto

Altri eventi in programma:

MILANO– "Psichiatria: un viaggio senza ritorno"
Sabato 5 Aprile alle ore 11.00 presso il Palazzo Affari ai Giureconsulti verrà innaugurata la mostra "Psichiatria: un viaggio senza ritorno". Leggi tutto

SEMINARIO A TORINO-"ADHD: Criticità della diagnosi e della terapia"
Mercoledì 9 aprile 2008, si rilascia attestato di partecipazione ai richiedenti. Leggi tutto

Il 5 per mille:

Anche quest’anno puoi sostenere le attività del CCDU con una donazione a "costo zero", senza levare nulla al tuo portafoglio. Scopri come

Queste ed altre informazioni su www.ccdu.org