non vuol vedere il padre che lo picchia? la colpa è della madre!

Bambino costretto a vedere il padre accusato di violenza
L’appello del CCDU: mettiamo da parte i pregiudizi psichiatrici e proteggiamo questo bambino

Bolzano. Recentemente una mamma altoatesina ci ha scritto una lettera che si concludeva così: “Viviamo da più di un anno in casa protetta, mentre i criminali sono liberi, e chi dovrebbe aiutarmi a proteggere mio figlio lo obbliga a vedere il padre, aiutateci…!!!”. In effetti alcuni giorni fa la psicologa avrebbe comunicato al piccolo che il padre, attualmente sotto processo per violenze nei confronti della mamma e del figlio, sarebbe passato allo studio per vederlo. Al pensiero di incontrare il padre il bambino avrebbe avuto delle intense reazioni, tanto da rendere necessaria una seconda visita per rassicurarlo, e la somministrazione di farmaci omeopatici. Ma sembra che ci sia la volontà di insistere su questa strada a dispetto dei possibili danni psicofisici sul bambino.

Ci siamo immediatamente attivati e da un accurato studio dei documenti abbiamo scoperto che alla base di tutto c’è una certa cultura fondata su una “presunta” malattia psichiatrica. Secondo questa teoria, si presume che se un figlio non vuole vedere uno dei due genitori, la colpa sia “sempre” dell’altro genitore che lo sta “alienando”.

La vicenda nasce tempo fa, quando una mamma scappa dal marito accusandolo di violenza nei confronti suoi e del figlio. La mamma viene accolta in una casa protetta e il papà rinviato a giudizio. E il 17 febbraio ci sarà l’udienza in rito abbreviato. Pare inoltre che dall’incidente probatorio sia emerso che il padre avrebbe persino spento una sigaretta sul braccio del piccolo.

Sarebbe quindi normale aspettare la conclusione del processo prima di fare qualsiasi cosa. Perché allora tutta questa fretta di far incontrare un bambino con un “presunto” mostro? È possibile che alcune delle persone che si stanno occupando del caso, o che si sono occupate del caso dato che un assistente sociale è stato allontanato e sta subendo un procedimento disciplinare da parte dell’ordine, siano impregnate da questa “cultura psichiatrica”?
Nel provvedimento giudiziario si legge che dopo una “verifica” si dovrà iniziare un percorso di riavvicinamento del bambino con il padre. Sembrerebbe scontato che tale “verifica” includa l’esito del procedimento penale ormai nelle fasi finali. Pare invece che recentemente la psicologa del bambino sarebbe stata “indotta” ad iniziare subito il percorso di riavvicinamento in modo “irrituale”.
Ci risulta che sia stata indetta una riunione di tutti gli attori ed operatori per questo giovedì. Ci auguriamo che le persone presenti alla riunione siano in grado di osservare i fatti e le prove oggettive e non si basino solo su valutazioni e pregiudizi soggettivi di natura psichiatrica o psicologica: ne va della vita e della salute di un bambino!

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Per informazioni 338 7185032 –
minori@ccdu.org


Traduzione in tedesco non approvata…

Kind wird gezwungen seinen für Gewalt beschuldigt Vater zu treffen
Ein Appell von der CCDU : legen wir die psychiatrischen Vorurteile zur Seite
und schützen diesen unschuldigen Jungen

Bozen: Vor kurzer Zeit hatte uns eine Südtiroler Mutter einen Brief mit folgendem Inhalt geschrieben: „Wir leben seit über einem Jahr in einer geschützten Einrichtung, während die Kriminellen frei herum sind, und wer mir helfen sollte meinen Sohn zu schützen, zwingt ihn, den Vater gegen seinen Willen zu sehen, wir bitten um eure Hilfe….!!!“. Tagen zuvor hatte uns die Psychologin des Jungen den Kleinen mitgeteilt dass der Vater, der aktuell in Prozess wegen Misshandlung gegen die Mutter und auch gegen den Minderjährigen ist, vorbei kommen würde in ihrer Praxis um ihn zu sehen. Beim Gedanken den Vater zu sehen, hatte der kleine starke Reaktionen, so dass der Besuch des Vaters verschoben wurde und die Einnähme von homöopathischen Mitteln notwendig war. Aber es scheint, dass es der Willen ist auf diesem Weg zu beharren den Jungen boshaft zu zwingen ohne Rücksicht auf den physischen Schäden des Kleinen.

Wir haben uns sofort in diesen Fall eingesetzt und nach einer sorgfältigen Studie der Dokumente haben wir herausgefunden, dass an der Basis von allem eine Kultur ist, die auf einer „vermeintlichen“ psychiatrischen Krankheit begründet steht. Nach dieser Theorie wird vermutet dass, wenn ein Kind einen der beiden Elternteile nicht sehen will, so ist die Schuld immer beim anderen Elternteil, das das Kind „entfremden“ will. 

Alles beginnt als die Mutter vor einiger Zeit vom gewalttätigen Mann wegläuft, er war auch gegenüber den gemeinsamen Sohn sehr gewalttätig. Die Mutter wird im Frauenhaus aufgenommen und der Vater erhält ein Strafverfahren. Der Vater muss sich am 17. Februar 15 im Verkürzten Verfahren verteidigen. Beim Verhör des Kleinen erscheint es dass der Vater sogar eine ZIGARETTE AUF DEM Arm des Jungen ausgelöscht habe.

Es wäre also normal gewesen bis zum Entschluss des Landesgerichtes abzuwarten, bevor irgendwelche Schlüsse gefasst werden. Warum also all diese Eile dieses Kind einem „vermeintlichem“ Monstrum gegenüberstellen? Kann es sein, dass einige Menschen die an diesen Fall beschäftigt sind, oder die an diesen Fall arbeiteten, da auch ein Sozialassistent vom Fall entfernt wurde und der ein Disziplinar Verfahren von Seite des Berufsverbandes erhält, von der „psychiatrischen Kultur“ betroffen sind?

In der gerichtlichen Maßnahme liest man dass nach einer „Abklärung“ man einen Weg zur Wiederannäherung des Kindes mit dem Vater beginnen sollte. Es scheint dieser Ausgang voraussehbar zu sein, dass diese „Abklärung“ des Strafprozesses schon bereits fast zu Ende ist.  Aber in „gezwungener Weise“ scheint es dass vor kurzem die Psychologin des Kindes „verankert“ wäre sofort eine Maßnahme zur Wiederannäherung zu beginnen.

Es scheint dass ein Zusammentreffen der Fachkräfte am heutigen Donnerstag sein wird. Wir erhoffen uns dass die Fachkräfte die Fakten und die Beweismittel objektiv beurteilen werden, und sich nicht aufgrund von nur subjektiven BEURTEILUNGEN und Vorurteilen von psychiatrischer und psychologischer Natur festlegen: es geht um das Leben und um die Gesundheit eines Kindes!

Bürgerkomitee für Menschenrechte Onlus

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