Due giorni prima dell’omicidio era andato dallo psichiatra: che sia un caso oppure è l’ennesimo successo della psichiatria?

Sarebbe ora che cominciassero a indagare sulla connessione tra gli omicidi più efferati ed insensati e il passato psichiatrico delle persone che commettono il delitto.

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Da: estense.com

sabato 9 aprile 2016

De Scisciolo andò da uno psichiatria due giorni prima dell’omicidio

Il 73enne soffriva per lo stato di salute della moglie e assumeva un antidepressivo. Il gip ha disposto il suo ricovero in ospedale

E’ stato portato dal carcere all’ospedale Francesco De Scisciolo, il 73enne che il 5 aprile ha ucciso la moglie malata, coetanea, Elena Salmaso, costituendosi subito dopo. Ieri il gip Piera Tassoni, dopo aver convalidato il fermo del pensionato, ne ha infatti disposto il ricovero presso l’ospedale di Cona in una situazione protetta e sorvegliata.

carabinieri omicidio via paracelsoIntanto i legali difensori dell’uomo, gli avvocati Ugo e Marco De Nunzio e Federico Fischer, hanno rinunciato all’incarico conferito loro dalla famiglia del 73enne, che ora dovrà necessariamente ricorrere alle prestazioni di un nuovo professionista.

Riguardo alla tragica vicenda sembrano emergere particolari che potrebbero essere oggetto di approfondimenti, per arrivare a capire per quale motivo un uomo per bene, che amava profondamente la moglie e abituato ad assistere persone malate (è stato per anni consigliere dell’Unitalsi Ferrara) sia arrivato a compiere un gesto (l’accoltellamento della coniuge nel sonno) che nemmeno lui ora riesce a spiegarsi.

Si apprende infatti che l’uomo – che stava vivendo da qualche tempo con sofferenza la situazione di salute della moglie, colta da ictus invalidante – un paio di giorni prima dell’omicidio si era rivolto a uno psichiatra con l’intento di alleviare il proprio stato depressivo. Psichiatra che avrebbe prescritto a Francesco De Scisciolo l’assunzione di un farmaco antidepressivo, il “Trittico”, il cui principio attivo è il trazodone e fra i cui effetti indesiderati figurano, fra gli altri, “idee suicidarie o comportamento suicida, stato confusionale, insonnia, disorientamento, mania, ansietà, nervosismo, agitazione (che del tutto occasionalmente si esacerbano fino al delirio), delirio, reazione aggressiva, allucinazioni, incubi e altro ancora” (tratto dal foglietto illustrativo del farmaco, ndr).

Durante il colloquio avuto in carcere con i legali De Nunzio, il 73enne aveva ricordato quanto avvenuto senza capacitarsi di come aveva potuto compiere l’insano gesto, facendo ben capire che non era stata sua volontà. Quest’ultimo particolare emerso, dunque, potrebbe essere determinante nello stabilire se in quegli attimi di follia la volontà di De Scisciolo fosse offuscata da una reazione indesiderata al farmaco assunto, o se comunque lo stato depressivo in cui versava l’avrebbe portato comunque a questo temporaneo ‘tilt’ del proprio cervello.

 

Articolo originale

Infermiera killer: un altro successo della psichiatria

Chissà perché non sono sorpreso che l’infermiera fosse in cura psichiatrica!

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L’infermiera killer era depressa e con problemi di alcol e psicofarmaci

Tredici pazienti uccisi con inutili dosi di eparina
ANSA

I Nas durante la perquisizione in ospedale

31/03/2016
STEFANO PEZZINI
PIOMBINO (LIVORNO)

Era depressa, usava ed abusava di alcol e psicofarmaci: non c’è un motivo vero e proprio ma una situazione psicologica che avrebbe trasformato una infermiera di lungo corso in una presunta assassina, accusata di aver ucciso volontariamente 13 pazienti ricoverati all’ospedale di Piombino, provincia di Livorno. Fausta Bonino, 55 anni, originaria di Savona ma dagli anni ’80 in Toscana assieme al marito e ai due figli, lavorava nel reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Piombino. I Carabinieri del Nas le contestano l’accusa di omicidio continuato aggravato a danno di pazienti. Fausta Bonino avrebbe utilizzato dosi massicce di eparina, un farmaco anticoagulante non previsto dalle terapie prescritte alle vittime, per uccidere i pazienti. La presenza di questo farmaco è stata riscontrata nei rispettivi esami ematochimici effettuati sui pazienti nel corso dell’ordinario monitoraggio clinico, che hanno evidenziato una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche. I pazienti deceduti per emorragia, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie. L’infermiera, proprio per l’alta percentuale di decessi nel reparto dove lavorava, era stata trasferita. E dopo il trasferimento nel reparto dove prestava servizio si è passati dal 20% al 12% del tasso di mortalità. Abbastanza per fare scattare l’indagine dei carabinieri.

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Giardiello, il killer del tribunale di milano: un altro successo della psichiatria?

Claudio Giardiello, parla la moglie: «con noi si è sempre comportato bene»

C’è voluto qualche giorno, ma alla fine si scopre che anche in questo caso, come del resto in tutti i casi di delitti più efferati e insensati, il carnefice aveva un trascorso psichiatrico.

Al TG1 della notte del 13 aprile 2015, la ex-moglie di Giardiello rivela: «È successa tutta questa crisi nel suo lavoro, incomprensioni con i suoi soci e lui era in difficoltà. Non dormiva più, si sentiva abbandonato. Voleva essere aiutato perché stava male, era depresso, prendeva psicofarmaci. Non si è sentito capito»

Sappiamo ora che la cura non ha funzionato e siamo di fronte ad un altro clamoroso successo della psichiatria.

nel 31 percento degli incidenti aerei, le cause probabili sono le condizioni psicologiche dei piloti e/o l’uso di droghe psichiatriche

A 2007 FAA report revealed that of the 61 air crashes between 1990 and 2001, “the pilot’s psychological condition and/or SSRI use was reported to be the probable cause or a contributing factor in 31% (19/61) of the accidents.”

Mania, psychosis, hallucinations, depersonalization and suicidal and homicidal ideation. These all are documented side effects from 134 international drug regulatory agency warnings on the very drugs that commercial airline pilots are allowed to take. While not everyone taking these drugs will experience these side effects, what is certain, based on hundreds of drug warnings and studies, is that a percentage of the population will.

Andreas Lubitz, co-pilot of Germanwings flight 9525 blamed for purposefully flying the aircraft into the French Alps and killing all on board, had a long history of mental “treatment” and psychiatric drug use. According to German police investigators, numerous prescriptions for psychiatric drugs were found at Lubitz’s home, including antidepressants. His former girlfriend, who ended the relationship in 2014, also told her he was in psychiatric treatment, according to Germany’s Bild newspaper.

The Food and Drug Administration (FDA), a federal agency charged with protecting consumer safety, placed its most serious “black box” warning on all antidepressants citing suicidality in addition to other side effects on the drug labels including hallucinations, mania and a host of other abnormal behaviors. Incredibly, despite being fully aware of this, the Federal Aviation Administration (FAA) reversed its 70-year ban restricting pilots taking antidepressants and other mind-altering psychiatric drugs from flying.

Does the FAA have a choice about whether to revisit its pilot psychiatric drug policy? Can the FAA be in direct contradiction with the FDA about the possible deadly consequences associated with psychiatric drugs? Not if the public has any say in the flying experience.

Click here to read this article in full.
— CCHR International

CCHR has informed hundreds of millions of people about the dangers of psychiatric drugs and “treatments.” CCHR is a non-profit 501(c)(3), we rely on our supporters tax-deductible donations to help us continue our mission.

CCHR International | 6616 Sunset Blvd. | Los Angeles | CA | 90028

Airbus germanwings caduto in francia: un altro successo della psichiatria?

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Apprendiamo che Andreas Lubitz, il copilota del volo Germanwings caduto in Francia «sospese il training per depressione».

Ciò significa che è stato in cura psichiatrica.

Sappiamo quindi una cosa: la cura non ha funzionato.

Ci sarà un’autorità che avrà la decenza di ordinare una completa investigazione per accertare se Lubitz stava ancora assumendo sostanze psicotrope e quali, o se stava soffrendo da astinenza da queste sostanze?

Ne dubito. Assisteremo invece ad un probabile spot promozionale sulla necessità di sottoporre ogni pilota di aereo, nave, treno, autobus e (perché no) anche camion ad un periodico screening psicologico con eventuale somministrazione di psicofarmaci per prevenire altri disastri simili.