Bambini allontanati dai genitori per “eccesso di cure”

Lettera aperta all’assessore sul caso dei bambini allontanati per eccesso di cure
Egregio
Assessore alla salute, integrazione socio-sanitaria, politiche sociali e famiglia
Dott.ssa Maria Sandra Telesca
fax 0432 555646, 040 3775632
e-mail renzo.deangeli@regione.fvg.it

Oggetto: Lettera aperta all’assessore sul caso dei bambini allontanati per eccesso di cure

Gentile dott.ssa Telesca,
Nei giorni scorsi più di cento persone iscritte al gruppo di Facebook Rari e Rapiti https://www.facebook.com/groups/1594804557477959/, che conta ormai più di 6.000 iscritti, le hanno scritto una lettera per invitarla ad intervenire sulla vicenda della coppia di Gorizia. Il CCDU condivide pienamente il contenuto di quella lettera, e le scriviamo per chiederle se intenda fare qualcosa per tranquillizzare queste famiglie preoccupate?
Secondo quanto riportato da alcuni autorevoli organi di stampa regionali e nazionali, su richiesta della Procura AssessoreSalute_Telescadi Gorizia, e su segnalazione iniziale di un neuropsichiatra dall’AAS2 Isontina che sosteneva che erano i genitori a soffrire di un dubbio e controverso disturbo mentale, il Tribunale dei minori di Trieste ha allontanato due bambini disabili dall’amore e dalle cure della loro famiglia perché i genitori erano ritenuti “colpevoli” di somministrare cure eccessive a questi bambini. Cure, a quanto risulta, sempre prescritte dagli specialisti, anche del Friuli Venezia Giulia.
Sempre secondo quanto riferito dai media regionali e nazionali, la malattia e le relative cure dei bambini sono state certificate, oltre che dal Besta di Milano, anche dal Centro regionale per le malattie rare del professor Bruno Bembi di Udine. Inoltre la disabilità dei minori è stata più volte accertata, nella Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Commissione Medica ASL e INPS per l’accertamento dell’invalidità.
Il Tribunale dei minori di Trieste chiede ora ad un perito di valutare diagnosi, cure e prescrizioni farmacologiche del Centro Regionale per le Malattie Rare del professor Bruno Bembi di Udine, dell’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano e di varie altre strutture regionali che hanno curato i bambini in questione. Questo mina direttamente la credibilità e affidabilità di prestigiose strutture sanitarie regionali e nazionali: numerose famiglie iscritte al gruppo Facebook “Rari e Rapiti” oggi non si fiderebbero del SSN friulano, temendo che una perizia psichiatrica strampalata possa risultare nella perdita dei loro figli.
Ci appelliamo a lei, chiedendole d’intervenire per assicurarsi che venga fatta rapidamente chiarezza sulla validità delle strutture sanitarie della Regione Friuli Venezia Giulia e per ricomporre al più presto il nucleo familiare come ha affermato pubblicamente il direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Azienda sanitaria Isontina Friulana-Isontino, dottor Franco Perazza.
In attesa di una sua cortese risposta porgiamo distinti saluti,

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

https://www.ccdu.org/comunicati/lettera-aperta-assessore-caso-eccesso-cure

Bambino scappa dalla comunità: manifesteremo

Altro successo della psichiatria…

Bambino scappa dalla comunità: manifesteremo
L’incredibile storia di un bambino della Val Trompia che ha registrato gli abusi commessi su di lui dalla psicologa. Dopo ben tre fughe scappa a casa della mamma e non vuole più tornare in comunità.

Brescia. Il bambino di Lumezzane, già noto alla cronaca per l’incredibile allontanamento deciso dal giudice onorario e in sostanza ricopiato nel decreto dal collegio giudicante (vedi articolo Bambino allontanato coattivamente su decisione del giudice onorario?) è scappato per la quarta volta dalla comunità. Dopo ore di paura, è arrivato dalla mamma e ha subito detto di voler restare a casa con lei.
Voglio-stare-con-mia-mamma
La vicenda si inserisce nell’ambito delle ormai annose e intollerabili ingiustizie commesse sui minori a causa di valutazioni soggettive di natura psichiatrica e psicologica. Infatti, tramite valutazioni – per loro stessa natura soggettive e opinabili – alcuni psichiatri e psicologi, indottrinati sul modello biologico della mente, e incapaci di usare buon senso e umanità, possono indurre il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici, allontanando i figli alla famiglia, collocandoli in comunità tutelari per minori, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro. Nonostante le reiterate denunce del nostro comitato e di molti altri, queste vicende continuano purtroppo ad accadere.

E in questo caso la storia appare molto grave con un esposto presentato dalla famiglia del bambino all’Ordine degli Psicologi di Milano. Le disavventure di Massimo (nome di fantasia) iniziano con una separazione conflittuale in cui il bambino viene affidato alla zia paterna. Ma da subito Massimo manifesta la sua contrarietà a tale collocamento, tanto che nel 2015 fugge per tornare dalla mamma. A questo punto il Tribunale, in contrasto con la volontà del ragazzo, e a nostro avviso anche con le Convenzioni Internazionali sui diritti dei minori, dispone che venga collocato “temporaneamente” in una comunità per minori. Nel frattempo il bambino continua a insistere per tornare a casa dalla mamma. È a questo punto che la psicologa, che come ammesso da lei stessa non aveva neppure letto le carte, decide di “dire la verità” al bambino su alcuni avvenimenti successi in famiglia più di 15 anni fa (quando Massimo non era ancora nato) nel corso del tumultuoso e disastroso incontro con il bambino e gli altri figli della donna oggetto dell’esposto all’Ordine di cui sopra.

Secondo quanto sostenuto dalla mamma e corroborato da una registrazione fatta da uno dei suoi figli e consegnata all’Ordine, la psicologa avrebbe denigrato i genitori dicendo che non hanno imposto regole ai figli e che “non hanno mai insegnato loro niente”. Inoltre avrebbe sollecitato la rivelazione di fatti gravissimi accaduti in passato senza tutelare la salute psicofisica del minore. E quando la mamma le ha chiesto spiegazioni di questo suo comportamento avrebbe ammesso di non aver neppure letto le carte. Oltre a ciò, avrebbe anche detto al ragazzo che doveva scegliere tra i due genitori e salvarne almeno uno, cioè il papà: il “meno peggio”.

Dopo tale incontro, i disagi psicologici sul bambino sarebbero aumentati. Infatti quest’anno il bambino rischia di essere bocciato ed è scappato ben altre tre volte dalla comunità. Nonostante tutto ciò, sembra che la psicologa rimanga al suo posto.

Prima dell’odierna fuga, la mamma si è rivolta più volte all’assistente sociale per chiedere l’allontanamento della psicologa e un percorso volto a tutelare la salute psicofisica del figlio e a riparare ai danni commessi dalla psicologa stessa, ma l’assistente sociale si è rifiutata di rimuoverla affermando di avere “fiducia nella sua professionalità”. La mamma è andata anche dal Sindaco accompagnata dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus, ma dopo tante promesse non è successo nulla.

Alcuni giorni fa, l’ennesima figuraccia di questa psicologa. Nell’ultimo incontro la mamma, in merito al periodo di tre mesi del 2015 in cui il bambino era rimasto a casa con lei, ha chiesto: “Perché non ha fatto presente al tribunale che mio figlio si trovava bene a casa mia… quando siete venute a trovarlo”. Ed è rimasta basita dall’incredibile risposta della psicologa che ha affermato di non averlo comunicato perché “non ce l’ha chiesto nessuno”.

“Non sono una mamma perfetta.” ha dichiarato la donna. “Ho paura per mio figlio che ha messo in pericolo la sua vita per tornare dalla sua famiglia. Ora è scappato di nuovo ma nessuno lo ascolta veramente. E neanche io mi sento compresa: i Servizi Sociali mi hanno fissato un appuntamento per il 22 aprile, tra quasi 3 settimane. Ma io ho bisogno di aiuto subito! Non mi risulta neanche che questa psicologa sia stata rimossa. Vi prego di aiutarmi a tutelare mio figlio!”

“Perché un ragazzo deve arrivare a gesti tanto estremi, e pericolosi, per riuscire a farsi ascoltare? Questa è l’ennesima dimostrazione della superficialità e inadeguatezza dell’attuale sistema della giustizia minorile,” secondo Francesco Miraglia legale della mamma. “Il bambino ha dichiarato a gran voce la volontà di stare con la mamma, come ha ribadito chiaramente anche al giudice onorario durante l’ultima udienza. Una domanda nasce spontanea: perché tutti insieme non aiutiamo questo bambino a vivere nella propria famiglia? Penso che non manchino assistenti sociali, pedagogisti, educatori ecc. che possano seguire questo bambino nella propria famiglia.”

Di fronte alla cecità delle istituzioni nei confronti di questo bambino e alla recente fuga del bambino, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus ha deciso di indire una manifestazione davanti al Comune di Lumezzane per chiedere al Sindaco di intervenire concretamente a tutela del suo cittadino. La manifestazione si terrà il 7 maggio 2016 alle ore 11.00 davanti al municipio di Lumezzane in Via Monsuello 154.

Invitiamo tutta la cittadinanza. Chiediamo anche ai cittadini e alle famiglie della zona di denunciare qualsiasi situazione simile e/o abuso o maltrattamento psicologico da parte di psicologi e psichiatri ai danni della loro famiglia e/o dei loro figli. Sospettiamo che non sia l’unico caso.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Sonia Manenti – CCDU gruppo di Brescia
brescia@ccdu.org – Cellulare: 348.5642869

Trento. Convegno: avvicinare i professionisti alla gente reale

Trento. Convegno: avvicinare i professionisti alla gente reale
Invito al convegno
Psichiatria, Scuola e Servizi sociali – Criticità, buone pratiche e alternative

Il convegno si terrà presso la Fondazione Cassa di Risparmio in via Calepina 1 (dietro al Duomo) in data 22 settembre alle ore 20.00 a coronamento della mostra sulla psichiatria tenuta dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus presso il Centro Culturale Santa Chiara.


Nel corso della mostra sulla psichiatria abbiamo ricevuto dalla gente commenti entusiasti in merito alle informazioni offerte dalla mostra e in particolare asserendo che la mostra aveva loro aperto gli occhi sulla psichiatria e sulle storture e criticità, non solo passate, di questa disciplina.
Molti hanno confermato che gli abusi e gli orrori della psichiatria non sono solo un retaggio del passato, ma una realtà del presente con persone ricoverate contro la loro volontà e legate ai letti con esiti a volte mortali, con una promozione selvaggia degli psicofarmaci a soli fini di lucro a tutto discapito dei pazienti, con bambini a cui vengono addirittura somministrati dei potenti neurolettici, con migliaia di bimbi allontanati dalle famiglie in base a valutazioni psichiatriche di natura soggettiva, con persone a cui tuttora anche in Italia vengono somministrati degli elettroshock, ecc. ecc.

Ecco infatti alcuni dei tanti commenti lasciati al termine della visita. Ingegnere : “ Purtroppo posso confermare che è tutto vero, per aver “schivato” l’assunzione di psicofarmaci, in occasione dello stadio terminale della malattia di mio padre. Ero angosciata, spaventata e triste per la sua imminente morte. Cosa c’è di strano? Disoccupata : “ Purtroppo è una realtà sempre più critica e diffusa. La diffusione di disinformazione e il completo controllo della mente delle persone è una problematica sociale grave che però viene ignorata e insabbiata da tutte le istituzioni.” Danzatrice : “ Quel che non si può dire si DEVE dire. Occorrono tutte le “voci” per smascherare trappole criminali. L’arte è anche questo: un grido di denuncia! Grazie di cuore a chi combatte con noi.

Ma la situazione e il futuro non sono neri, anzi. La gente e molti professionisti seri si stanno rendendo conto della necessità di una riforma. Ad esempio, in Trentino gli allontanamenti dei bambini dalle famiglie sono calati drasticamente.

Prima , era una pratica molto più diffusa che tramite valutazioni per loro stessa natura soggettive e opinabili, certi psichiatri, psicologi e assistenti sociali, con formazione inadeguata o scarsa competenza, potessero indurre il Tribunale ad allontanare i figli alla famiglia.

Oggi , anche se c’è ancora molto da fare, c’è maggiore attenzione agli affetti e all’ascolto dei minori e si possono risolvere situazioni famigliari molto complesse senza il trauma dell’ allontanamento.
Inoltre, per quanto riguarda gli psicofarmaci ai bambini, a Trento abbiamo una legge provinciale innovativa del 2008 che protegge i nostri bambini dagli screening psicopatologici nelle scuole e dagli abusi di psicofarmaci e i consumi di psicofarmaci per bambini sono in calo. Ma dobbiamo mantenere alta la guardia perché dopo la legge 170 sulla dislessia, le prescrizioni di psicofarmaci ai bimbi delle elementari sono triplicate.

A nostro avviso è necessario che gli esperti e i professionisti, non solo i politici, si avvicinino alla gente e ai loro problemi e condizioni reali. Un vero professionista deve saper capire le persone e non vivere in un mondo artificiale e trattare le persone con arroganza e distacco come purtroppo fanno certi psichiatri che preferiscono etichettare e diagnosticare, ricorrendo poi a soluzioni stereotipate come la pillola, il ricovero forzato o l’allontanamento dalla famiglia. In questo convegno parleranno delle persone che a nostro avviso si sanno avvicinare alle persone reali e alle loro vere necessità.

Il convegno sarà moderato da Roberto Conci, editore de La Voce del Trentino e vedrà i seguenti relatori:

  • Prof.ssa Vincenza Palmieri. Fondatrice del programma “Vivere senza psicofarmaci”, Psicologa, Pedagogista, Docente universitario;
  • Avv. Francesco Miraglia. Cassazionista, esperto in diritto minorile;
  • Avv. Francesco Morcavallo. Già Giudice del Tribunale per i Minorenni di Bologna;
  • Dott. Davide Vanni. Psicologo, specializzato in Psicologia Forense, Consulente Tecnico del Tribunale di Bolzano;
  • Silvio De Fanti. Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus.

Segnaliamo con orgoglio che recentemente l’associazione culturale no profit admArte di Roma ha deciso di conferire il prestigioso riconoscimento LIFE WITNESS a due dei relatori del convegno: l’avvocato modenese Francesco Miraglia e la Prof.ssa Vincenza Palmieri. La premiazione avverrà in occasione della IIa edizione dell’iniziativa “LIFE GATES – celebrare la Vita quale valore assoluto”, che si svolgerà nella città eterna il prossimo 19 settembre a partire dalle ore 17, presso il Complesso Monumentale San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni, in piazza San Salvatore in Lauro n. 15.

Ci auguriamo che questo convegno possa essere utile a insegnanti, assistenti sociali, psicologi, psichiatri, avvocati e operatori nel campo didattico e della tutela minorile, ma anche a tutti i cittadini, in particolare i genitori. I relatori porteranno la loro esperienza locale e nazionale per produrre un momento di confronto e riflessione sulle criticità in ambito scolastico per quanto concerne i Disturbi Specifici dell’ Apprendimento e l’uso e abuso di psicofarmaci sui bambini, e in ambito giuridico in relazione agli “allontanamenti facili”, ma offriranno anche delle buone pratiche e alternative innovative per permettere ai soggetti interessati di migliorare il servizio offerto ai bambini e alle famiglie nel pieno rispetto dei diritti umani.

CCDU Onlus
Per informazioni 338 7185032

La Combriccola del Casale

Ricevo e pubblico

Studio Legale “Miraglia” 

Modena, 6 Dicembre 2013

Preg.mo Sig.
Direttore
Sua sede

Oggetto: Udienza Anna Giulia Camparini

         Dopo l’udienza celebrata ieri al Tribunale per i minorenni di Bologna e i vari articoli pubblicati sui quotidiani locali, sembra opportuno fare alcune precisazioni.
         Non può e non deve meravigliare che i genitori di Anna Giulia siano rimasti equilibrati e sereni pur sapendo da più di un anno dove si trovi la figlia, non deve assolutamente meravigliare che questa difesa abbia chiesto che la bambina venga ascoltata dai Giudici, naturalmente nel modo più tutelante per la stessa, non deve assolutamente meravigliare che i genitori di Anna Giulia non si arrendano all’idea che Anna Giulia diventi orfana, come del resto non può e non deve meravigliare che la tutrice abbia sostenuto che la bambina non chieda più dei genitori come non desta meraviglia il fatto che la stessa tutrice si sia opposta a che la bambina venga sentita dai Giudici del Tribunale e che abbia negato, seppur in modo balbuziente, che Anna Giulia si trovi in un posto segreto, e che ella stessa non abbia un profilo Facebook e che non faccia parte di una fantomatica “Combriccola del Casale”: “Non so che cos’è, o meglio posso spiegare ma meglio di no”
         Piuttosto quello che deve indignare l’opinione pubblica e anche le autorità giudiziarie è quanto si è fatto presente ieri all’udienza: pare che tutti i protagonisti di questa vicenda (tutrice, avvocati di controparte, presunta famiglia affidataria e altri…) facciano tutti parte della cosiddetta “La Combriccola del Casale” del resto quanto questa difesa sostiene è facilmente dimostrabile da Facebook senza contare che sullo stesso Social Network pare che girino le foto di Anna Giulia mentre va a scuola, mentre recita, mentre fa attività sportiva ecc. ….
         A questo punto mi rivolgo pubblicamente sia al Presidente del Tribunale per i Minorenni, sia al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni e alla stessa Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, affinché si faccia chiarezza su questi presunti intrecci.
         Sarebbe davvero grave che si alimentasse quel sospetto attraverso cui gli affidamenti siano considerati un vero e proprio scippo che va ad alimentare quel vero e proprio mercato sulla pelle dei bambini anche da questa difesa più volte denunciato.
         Mi rivolgo inoltre al Ministro di Grazia e Giustizia per invitarlo ad inviare gli ispettori del Ministero presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna affinché si accerti su come siano stati gestiti in passato affidamenti e adozioni e faccia chiarezza su tutti quegli affidamenti e su tutte quelle adozioni che si presentano come veri e propri scippi non solo ai danni dei bambini stessi ma anche di intere famiglie.
         Sin da adesso tutta la documentazione riferita alla cosiddetta Combriccola del Casale è a disposizione sia delle Autorità giudiziarie e sia eventualmente dello stesso Ministro di Grazia e Giustizia.

Avv. Miraglia

41124 Modena Via Rainusso n° 144
Tel 059 822698 Fax 059 3366455
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Vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina?

COMUNICATO STAMPA
sulla campagna di marketing della Fondazione L’Albero della Vita
Vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina?

Con riferimento alla campagna sociale della Fondazione L’Albero della Vita a sostegno dei bambini allontanati dalle proprie famiglie poiché vittime di violenze, abusi e maltrattamenti, in corso dal 21 ottobre u.s., siamo a rappresentare quanto segue:

  • secondo gli ultimi dati ufficiali, sono circa 39 mila i bambini tolti alle loro famiglie dai Tribunali
  • 16 mila di loro sono ospitati in case d’affido e comunità protette, e il fenomeno da anni è in forte crescita (gli altri 23 mila sono affidati al servizio sociale, il 63% di questi sono stati destinati a nuova famiglia)
  • solo il 30% dei bambini in struttura è allontanato a causa di violenze, abusi e maltrattamenti (ca. 4.800 bambini), per gli altri 11.200 il provvedimento arriva a causa di conflittualità tra i genitori, inidoneità genitoriale o indigenza della famiglia di origine.

Ci preme sottolineare che consideriamo queste cifre di straordinaria gravità, pertanto abbiamo sollecitato un’interrogazione parlamentare in sede europea.
Giova rammentare che l’Italia costituisce una triste eccezione nel panorama continentale, in cui le cifre sugli allontanamenti dei bambini sono in media cinque volte inferiori (8 mila in Germania e 7.700 in Francia).
Ma per comprendere davvero la fenomenologia di questa crescente istituzionalizzazione selvaggia è indispensabile dotarsi delle percentuali giuste e aggiornate sulle effettive ragioni da cui scaturiscono gli allontanamenti e offrirne una rappresentazione scrupolosamente accurata.
Abbiamo contattato L’Albero della Vita per chiedere conto delle informazioni e delle cifre da loro diffuse che affermano l’abuso ed il maltrattamento di 32.000 bambini e che per tale motivo necessitano dell’allontanamento dalla famiglia d’origine con il ricorso all’istituto della “casa-famiglia”. Ciò in favore dell’ennesima campagna per raccolta fondi con dati inesatti volti ad affermare la necessità di aiuto ad istituti che indirettamente (o direttamente) alimentano il mercato degli allontanamenti. Non abbiamo ottenuto risposte.
Invitiamo tutta la cittadinanza a fare altrettanto telefonando al numero 0290751517 o scrivendo all’indirizzo comunicazione.fondazione@alberodellavita.org.

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Elettroshock alle donne incinta

Proposta shock: Elettroshock alle mamme incinta
Inquietante proposta del DSM di Oristano che si propone di “rilanciare” l’elettroshock.

Oristano. L’elettroshock “è persino preferibile, rispetto ai farmaci, per le donne in gravidanza”, questa l’agghiacciante dichiarazione riportata dalla stampa locale del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Giampaolo Minnai. Dopo l’inquietante iniziativa del Dipartimento di Salute Mentale di Oristano che pochi giorni fa ha organizzato un convegno per rilanciare la barbara pratica dell’elettroshock, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha deciso di intraprendere una serie di iniziative, inclusa la segnalazione alle autorità competenti, al fine di difendere le persone affette da disagio mentale.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il convegno sull’elettroshock organizzato all’ospedale “San Martino” di Oristano appare essere una sfacciata promozione di questa “pratica” che, tra l’altro, viene effettuata proprio in tale sede. L’opera di disinformazione attuata dagli organizzatori è sconvolgente. Per prima cosa l’uso stesso della parola “terapia elettroconvulsivante (TEC)” è fuorviante, dato che si tratta sempre e comunque di un elettroshock camuffato con farmaci bio-rilassanti che rendono la procedura meno sgradevole alla vista, ma certamente non meno dannosa. E un altro mito diffuso dagli organizzatori è che l’elettroshock non sia redditizio. A questo proposito ci chiediamo quali siano gli introiti dell’ospedale per gli elettroshock amministrati nello stesso e soprattutto chi abbia finanziato il convegno. Il nostro comitato ha informato anche la dirigenza di CittadinanzAttiva in merito al loro presunto sostegno all’elettroshock pubblicizzato alla stampa locale. Ci risulta infatti che Cittadinanzattiva assieme a Libera, Unasam, Legacoopsociali aderisca alla campagna di Psichiatria democratica “No elettroshock” che si batte contro tale pratica disumana, distruttiva e altamente lesiva dei diritti dei pazienti.

Nelle parole degli organizzatori riportate dalla stampa, fioccano anche altre affermazioni prive di fondamento in cui, a dispetto del recente documento delle Nazioni Unite che include l’elettroshock tra gli strumenti di tortura, si sostiene addirittura che l’elettroshock abbia “meno effetti collaterali e migliori risultati clinici” o addirittura che “migliori l’attività cerebrale e dia migliori effetti sul sistema nervoso centrale”. Ci chiediamo come sia possibile che queste affermazioni provengano da medici regolarmente assunti nel sistema sanitario pubblico e che si presume abbiano una laurea universitaria. Ci auguriamo vengano smentite e chiarite esaurientemente dagli interessati. Infatti, uno studio del 14 marzo 2010 “L’efficacia della terapia elettroconvulsivante: una revisione della letteratura” di John Read (Dipartimento di Psicologia, Università di Auckland – Nuova Zelanda) e Richard Bentall (Dipartimento di Psicologia, Università di Bangor, Galles – Regno Unito) è giunto a queste conclusioni:

«Una revisione precedente, opera di uno degli autori di questo testo (Read, 2004), giunse alla conclusione che: “Non esiste assolutamente nessuna prova che questa terapia abbia alcun beneficio per nessuno che duri più di qualche giorno. L’ECT non previene il suicidio. Il beneficio che alcuni possono trarne nel breve periodo semplicemente non giustifica correre i rischi che la terapia comporta.” … Non c’è assolutamente nessuna prova del fatto che la terapia abbia effetti benefici per alcuna persona oltre il periodo del trattamento, o che prevenga il suicidio. Il brevissimo beneficio ottenuto da una piccola minoranza non può giustificare i rischi significativi a cui sono esposti tutti i pazienti sottoposti a ECT.»

Secondo la nota del Ministero della sanità alle regioni del 15 febbraio 1999 la letalità della TEC è di circa 2-3 per 100 mila applicazioni somministrate e di 1 per 10 mila pazienti trattati. Sono state poi riscontrate lesioni celebrali, perdita di memoria (a volte transitoria) e di identità e, comunque, nell’80 per cento dei casi il paziente è soggetto a ricadute. L’elettroshock, pertanto, ben lungi dall’essere una terapia efficace, si caratterizza per l’invalidazione intellettiva e sociale che provoca ai pazienti, degradandone la dignità e compromettendone il reinserimento nella collettività.

Il nostro comitato continuerà l’opera di segnalazione e informazione, finché gli organizzatori del convegno non saranno stati correttamente sanzionati per la loro opera di disinformazione, e questa pratica brutale non sarà stata abolita in tutta la Sardegna e nel resto d’Italia.

 

Per maggiori informazioni sull’elettroshock: http://www.ccdu.org/ect/elettroshock

 

Silvio De Fanti
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
www.ccdu.org

 

Psicofarmaci ai bambini: ecco i conflitti d’interesse

Il titolo di questo 4° Congresso Mondiale sull’ADHD è “ADHD, da disturbo dell’infanzia a disturbo degli adulti“. L’idea di base, che questo congresso vorrebbe stabilire come verità scientifica, è che i bambini affetti dal cosiddetto disturbo da deficit di attenzione e iperattività, se non curati in tempo, da adulti potranno diventare tossicodipendenti.

La comunità scientifica è molto divisa e l’esistenza stessa di questo controversa malattia è messa fortemente in dubbio da numerosi studiosi, che ne contestano le deboli basi sperimentali e denunciano l’esistenza di conflitti d’interesse.

Questo congresso è fortemente sponsorizzato dall’industria farmaceutica, con contributi superiori ai 100.000 Euro (solo per l’affitto degli spazi espositivi) cui si aggiungono i fondi destinati ai simposi sponsorizzati. Moltissimi tra gli organizzatori e gli oratori hanno essi stessi dichiarato di avere conflitti d’interesse per via dei loro legami finanziari con Big Pharma, e la stessa AIFA, Associazione Italiane Famiglie ADHD, (attivissima nel promuovere questo cosiddetto disturbo mentale, e richiedere interventi governativi che portino a maggiori diagnosi … e prescrizioni), ammette sul suo stesso sito web i suoi legami con le multinazionali del farmaco.

Il comun denominatore della maggior parte delle conferenze sono studi che dimostrerebbero correlazioni tra ADHD e altri fattori dal nome spaventoso e medicaleggiante: il SUD (Substance Use Disorder – Disturbo da Uso di Sostanze – etichetta dal nome esotico con cui si rinomina un tossicodipendente trasformandolo in malato mentale), alcuni non meglio precisati ‘rischi genetici’, o immagini del cervello umano ottenute con tecniche di radiodiagnostica.

L’uso di correlazioni nella ricerca psichiatrica, come unico metodo d’indagine, riflette la completa mancanza di prove scientifiche, e rivela l’immagine di ricercatori che girano a vuoto, nel tentativo pseudoscientifico di dimostrare ciò che invece danno per scontato nelle premesse: l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra fattori che di per sé sono poco conosciuti (come la genetica o la struttura del cervello) e una malattia controversa come l’ADHD. Il tutto sotto la regia occulta di Big Pharma. Nel frattempo destano crescenti preoccupazioni i terribili effetti collaterali(1, 2, 3) dei farmaci anfetaminici utilizzati per curare l’ADHD.

L’esistenza stessa di questo controverso disturbo mentale è messa in discussione da molti illustri esponenti della comunità scientifica. Lo psichiatra statunitense Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, pochi mesi prima di morire confessò: L’ADHD è un primario esempio di malattia inventata” e che “L’analisi dei problemi comportamentali dei bambini richiede tempo e pazienza, mentre una pillola risolve il problema molto velocemente“. Persino lo psichiatra americano Allen Frances, Presidente del Comitato Editoriale che pubblicò il DSM IV, ne è diventato oggi uno dei più convinti oppositori, denunciando che provocò “un’inflazione delle diagnosi che sta ulteriormente incrementando il già elevato consumo di farmaci pericolosi da parte dei bambini“.

Maggiori informazioni su come alcune case farmaceutiche inventano dei disturbi mentali per vendere pillole sono raccolte sul documentario “Marketing della Pazzia” disponibile in formato DVD e visibile online sul nostro canale youtube.

Documenti ed approfondimenti:

Sponsor del congresso

Lista dei legami con l’industria farmaceutica da parte di organizzatori e referenti scientifici del congresso

I dati contenuti in questa sezione sono stati reperiti online. La maggior parte delle informazioni proviene dai programmi dei congressi APA degli ultimi anni (American Psychiatric Association), o da riviste scientifiche.

Il primo documento mostra l’elenco dei referenti scientifici del congresso. Sono evidenziati in giallo quelli che hanno dichiarato conflitti d’interesse.

Gli altri documenti sono la lista dei conflitti d’interesse dichiarati ai congressi APA dal 2002 a oggi (evidenziati in giallo i nomi dei membri del Comitato Scientifico del congresso) e alcuni articoli di letteratura in cui gli stessi autori denunciano tali legami finanziari.

In realtà, la portata di questo fenomeno è molto maggiore di quanto non si possa documentare, in quanto l’obbligo di rivelare i conflitti d’interesse è previsto solo per partecipare a congressi negli USA o pubblicare su riviste statunitensi: in Europa prevale ancora il principio di non trasparenza.

Tra i documenti, anche un’interrogazione parlamentare in cui si chiede conto del dilagare di quest’improvvisa epidemia di ADHD e se non siano stati gli interessi finanziari di Big Pharma a scatenarla.

AIFA – Associazione Italiane Famiglie ADHD, legami con big pharma

Sul sito ufficiale di AIFA, alla pagina http://www.aifaonlus.it/index.php?option=com_content&view=article&id=15&… c’è l’elenco dei sostenitori che vengono ringraziati per il sostegno a AIFA. Tra questi:

  1. Eli-Lilly (produttore di Strattera – un’anfetamina per ADHD)
  2. Wyeth Lederle (gruppo Pfizer)

L’uso delle correlazioni nella ricerca psichiatrica

La maggior parte degli studi a supporto dell’origine organica di ADHD (o di qualsiasi altro cosiddetto disturbo mentale) sono basati su statistiche che proverebbero (il condizionale è d’obbligo) una correlazione tra una causa organica con un certo tipo di disturbo mentale (che altro non è se non la catalogazione di un certo tipo di comportamento umano).

Una correlazione (il fatto che due eventi appaiano statisticamente collegati tra di loro) non è una dimostrazione di rapporto causa-effetto.

La bufala più famosa riguarda uno studio fatto durante la II Guerra Mondiale circa l’accuratezza dei bombardamenti. Lo studio dimostrava una forte correlazione tra la presenza di fuoco di contraerea e l’accuratezza dei bombardamenti. Abbondavano le spiegazioni pseudoscientifiche: “I nostri piloti sono coraggiosissimi e sono più motivati in presenza di fuoco nemico” oppure “Il fuoco nemico è uno stimolo per il pilota che, per sopravvivere, deve centrare il bersaglio“.

Un ufficiale del Servizio Meteo scoppiò letteralmente dalle risate quando lo studio capitò sulla sua scrivania. La VERA correlazione era con le condizioni meteo: in presenza di nuvole i piloti non vedevano bene i bersagli e, viceversa, la contraerea non vedeva i bombardieri, mentre col cielo sereno entrambi ci vedevano bene, ed entrambi tiravano meglio.

In medicina, per esempio, uno studio che dimostri una forte correlazione tra mani grandi e piedi grandi non proverebbe che le mani grandi causano grandi piedi (o viceversa).

Perché una correlazione possa avere valore scientifico, occorre che TUTTE le variabili in gioco siano conosciute e sotto controllo. Nell’esempio di prima la variabile ignota erano le condizioni meteo.

Ebbene, il funzionamento del cervello e la genetica sono due soggetti sui quali il nostro livello di comprensione è ancora minimo: ci sono dunque un’enormità di fattori sconosciuti e, paradossalmente, con più studiamo questi soggetti con più diventano complessi.

Per non parlare della psichiatria: i disturbi mentali sono definiti in base a comportamenti e pensieri del paziente, ma c’è un’infinità di fattori che possono causare comportamenti e pensieri: socio-culturali, generazionali, personali ecc.

Per stabilire dunque una correlazione tra genetica e disturbo mentale bisognerebbe potere escludere qualsiasi tipo di altra causa, mentre la quantità di fattori ignoti e incontrollati in queste statistiche è enorme: e si finisce col sostenere che i bombardieri funzionano meglio quando gli si spara contro.

CCDU Onlus
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PSICOFARMACI E PSICHIATRIA INVADONO LA SCUOLA

PSICOFARMACI E PSICHIATRIA INVADONO LA SCUOLA

Aumento esponenziale del consumo di psicofarmaci sui bambini: un esempio di applicazione delle
teorie psichiatriche che saranno promosse all’imminente congresso mondiale di Milano sull’ADHD

Merano. Recentemente abbiamo ricevuto la sconvolgente segnalazione di alcuni genitori di Merano, preoccupati del rapporto molto stretto tra il reparto di psichiatria infantile e le scuole elementari. Infatti parecchi bambini si recano regolarmente all’ospedale di Merano per essere “aiutati” nelle loro difficoltà e spesso la psichiatra presiede alle riunioni degli insegnanti e detta o addirittura “impone” il percorso del bambino. La situazione è talmente grave che un genitore ha persino presentato un reclamo al garante della privacy e un esposto all’ordine dei medici sulla dr.ssa Donatella Arcangeli, primario del reparto di neuropsichiatria infantile di Merano. Abbiamo anche incaricato l’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena, che già in passato aveva fatto si che il figlio sottratto ingiustamente perché secondo gli psichiatri “non riusciva a essere emotivamente vicino al figlio” venisse restituito al padre, di valutare la necessità di inoltrare un esposto alla Procura di Bolzano. E purtroppo i risultati di una breve investigazione sull’area di Merano sono molto preoccupanti, tanto che informeremo le autorità competenti, in primis l’Assessore alla Salute di Merano.

Ma veniamo ai fatti. Secondo la lettera di questo papà, i bambini delle scuole elementari frequentano [una specie di] doposcuola in un piano dell’ospedale di Merano, proprio sopra il reparto di neuropsichiatria infantile, a volte all’insaputa dei genitori. Infatti secondo questo genitore: «C’è una chiara commistione tra la neuropsichiatria infantile e il “doposcuola”. Per esempio nel caso di mio figlio la dott.ssa Arcangeli mi ha messo al corrente che […] sarebbe dotato di un’intelligenza superiore alle attuali capacità intellettive che però visto il mio rifiuto di somministrargli il Ritalin questo gli comporta degli scompensi […]. Mi chiedo come possa la dott.ssa Arcangeli fare queste affermazioni dato che non le ho dato alcun consenso di visitare mio figlio. Mi chiedo se mio figlio e gli altri bambini stiano facendo il “doposcuola” oppure non siano sottoposti a test e osservazioni da parte della neuropsichiatria infantile durante il periodo del “doposcuola” e se i genitori siano al corrente di quanto sta succedendo.» Il nostro comitato denuncia da anni la medicalizzazione della scuola e il fatto che le scuole stiano essendo trasformate in cliniche psichiatriche. Merano è certamente “all’avanguardia”: hanno “spostato la scuola” direttamente in psichiatria. E con la recente apertura del nuovo reparto di psichiatria infantile le cose non sono certo cambiate; sono solo cambiati i locali ma la commistione sembra essere ancora più stretta.

Gli effetti negativi di questa politica non hanno tardato a farsi sentire. Abbiamo scoperto che Merano vanta il triste primato del maggior numero di bambini psichiatrizzati e soggetti a trattamenti con psicofarmaci d’Italia. Secondo le dichiarazioni della stessa dr.ssa Arcangeli, a Merano, un comune di soli 38.000 abitanti, nel 2010 c’erano ben 160 bambini psichiatrizzati e 40 bambini soggetti a trattamenti con potenti psicofarmaci. In questo comune i consumi di psicofarmaci nei bambini sono ben 13 volte superiori alla vicina Provincia Autonoma di Trento (con 62 bambini su 450.000 abitanti) dove è in vigore una legge che protegge i bambini dagli abusi di psicofarmaci, e ben 4 volte superiori alle cifre dei consumi di psicofarmaci nei bambini del resto d’Italia. Sottolineiamo altresì che nel corso di un colloquio, la dott.ssa Arcangeli si è vantata di avere il miglior centro italiano di riferimento per la “cura” dell’ADHD.

Merano è un esempio di applicazione delle teorie psichiatriche relative all’ADHD che verranno promosse a Milano, dal 3 al 6 giugno nel 4° convegno mondiale sull’ADHD dal titolo: “”Il disturbo ADHD dall’infanzia all’età adulta”. Sponsor principale del convegno: Shire AG; sponsor maggiore: Eli Lilly and Company; sponsor generali: MEDICE Arzneimittel Pütter GmbH & Co. KG, SensoDetect AB (publ), Vifor Pharma e Wisepress Ltd. A nostro avviso la situazione di Merano dimostra chiaramente come l’applicazione delle teorie e “soluzioni” che le case farmaceutiche tenteranno di imporre in questo congresso potrebbe portare a un aumento esponenziale del consumo di psicofarmaci nei bambini. Date le premesse è difficile contestare il fatto che questo convegno non sia altro che un’operazione di marketing sulla pelle dei bambini.

Al convegno ci saranno centinaia di esperti, psichiatri, professori, ecc. che da anni studiano e lavorano su una malattia che lo stesso Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, ha affermato essere “il principale esempio di malattia inventata”. Gli studi, il convegno, le terapie, i consulenti, i professionisti, ecc. vengono pagati da noi contribuenti sia direttamente sia attraverso il consumo di psicofarmaci nei bambini (dato che spesso questi farmaci sono rimborsati dal servizio sanitario). Tutti soldi che finiscono nelle casse delle case farmaceutiche in primis, e in secondo luogo di operatori, studiosi, professionisti, ecc. Il tutto per “curare” una malattia inventata. Infatti nel corso del 1° convegno Erickson di Trento del 4 e 5 maggio 2012: “I disturbi di attenzione e iperattività”, la dr.ssa Arcangeli stessa ha affermato che la parte più difficile della terapia consiste nel convincere i genitori che il loro bambino è ammalato di ADHD. Il dottor Eisenberg ci ha finalmente svelato il motivo per cui i genitori non riescono a credere agli psichiatri: è una malattia fittizia!

E ammettendo per assurdo che questa malattia abbia una qualche validità, abbiamo scoperto che i potenti psicofarmaci a base di anfetamine utilizzati per “curare” i bambini non funzionano neppure. Infatti uno studio multimodale sul trattamento dei bambini con ADHD che ha monitorato ben 600 bambini statunitensi fin dagli anni ’90, ha concluso che qualsiasi “vantaggio viene perso dopo 36 mesi”. E agli effetti collaterali di questi farmaci (a volte molto gravi come il suicidio) questo studio ha aggiunto la possibilità che un utilizzo a lungo termine possa “bloccare la crescita dei bambini”.

Per impedire che anche in Italia venga attivato questo assurdo sistema che assorbe miliardi di euro al solo fine di distribuire dei medicinali che distruggono e rovinano le vite di milioni di bambini, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha indetto un corteo di protesta che partirà a Milano in Piazzale Damiano Chiesa alle ore 14.00 di venerdì 7 giugno. Proteggiamo i nostri bambini.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

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Evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/166054713571116/
Locandina: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=544716312236963&set=a.197316743643590.43433.195167010525230&type=1&theater